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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ATTO QUINTO — SCENA ULTIMA.
   167
   Davison lo son perduto !
   Non 1' lio più ! Elisab. Che parlate?
   Talbo Oli 1 )io del cielo !
   Davison L'ha Cecilio da jeri. Elisab. Ah, scellerato !
   M'obbediste così? .Ma non vi dissi Di tenerlo guardato? Davison Ob 110, regina!
   Tu no'1 dicesti.... Elisab. Iniquo! osi mentirmi?
   E quando, o miserabile, t'ingiunsi Di recarlo a Cecilio? Davison In chiari detti
   No, ma....
   Elisab. Vorresti delle mie parole
   Farti, o vile, l'interprete? celarvi Il tuo feroce sanguinoso intento? Guai a te, guai a te, se da quest'atto Arbitrario ne segue una sventura ! La sconterai col sangue tuo. (a Talbo) Vedete Come s'abusa del regal mio nome! Talbo Veggo!... Oh Dio!... Elisab. Proseguite !
   Talbo Ove costui,
   Senza espresso tuo cenno, a suo periglio Osò tanto arbitrar, dal parlamento . Sia giudicato ; perocché fe' segno All'obbrobrio del mondo il nome tuo.
   SCENA ULTIMA. I precedenti. Cecilio. Kent in fine.
   Cecili»> (inginocchiandosi)
   Viva lung'anni la regal mia donna, E cadano al suo pie, come quest'empia, Tutti i nemici della nostra terra ! (Talbo si copre la faccia. Davison leva in atto di disperazione le mani)