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gran tempo. A soli 12 anni, già preannunziava l'erudito.
Il conte Monaldo, fisso l'occhio al suo scopo di elevarlo alle dignità prelatizie, giacché a perpetuare la stirpe avrebbero pensato i fratelli, il 19 agosto gli facea dare il primo fra gli ordini minori del chericato. Cosi, nella sostanza, gli studi ; nella forma, le abitudini l'avviavano verso la meta.
Poco dopo (1811), avea già composto la sua prima tragedia, Pompeo in Egitto, nella quale, se non rivelava certo un gran talento drammatico, lasciava una prova del suo precoce e superiore intelletto. Ma, per quanto il teatro lo seducesse a fare un secondo tentativo con l'altra composizione, trovata di recente fra gli scritti posseduti dal Ranieri, Maria Antonietta-, Ei non seppe rinvenire nè destare in sè le qualità, che in un ingegno sono necessarie per la tragedia.
Intanto, ogni anno, nel palazzo Leopardi, era invitata la più eletta società del luogo, per assistere al saggio finale, che di estate davano que' figliuoli con grande solennità. Il programma a stampa veniva diramato cogli inviti, ne' quali era detto, essere in facoltà d'ognuno di fare quelle domande e quelle obbiezioni che fossero state credute del caso. Con simili feste, si disponeva nell'animo del Nostro quel germe di amor di gloria che, coltivato, divennegli gigante. Fra i programmi, che si conservano nella biblioteca domestica, l'ultimo del 20 luglio 1820, ci fa fede del grado e della specie di coltura, a cui era pervenuto questo scolaro. E, non per ritessere una storia già fatta e rifatta da altri in mille modi, ma per la verità ed esattezza, fermo l'attenzione su questo punto sommario: In 22 tesi, l'esaminando esponeva VOntologia, la Pneumatica, la Fisica generale e la particolare, la Filosofia morale, la Chimica e la Storia na-