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Per la storia di un'anima
Biografia di Giacomo Leopardi
Ciro Annovi
S. Lapi Tipografo Editore Città di Castello, 1898, pagine 232

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   questa età Ei li considerava piuttosto come zibaldoni e come selva di studi e di esercitazioni, che come Opere da mandarsi alle stampe.
   L'attuale sua occupazione quotidiana era: tradurre, correggere testi, discutere varianti, confrontar date, raccogliere frammenti, disseppellire rispettabili rovine.
   Tutta la biblioteca, come si trovava, quand' Egli potè servirsene, era limitata alle prime due grandi sale, ciascuna delle quali conteneva, come contiene tuttora, da cinque a sei mila volumi. Molti libri della terza piccola stanza c'erano anche allora. La quarta contiene quelli che, eccettuate tre o quattro colonne, furono acquistati in progresso di tempo (Moroncini, 309).
   Con questi mezzi attendeva alle sue Opere, invasato da febbrile attività. S'intende, tutto il suo lavoro andò veramente perduto per le Lettere ; perchè fatto o a caso, o sotto la guida del padre. Anzi servì, oltreché a rovinargli la salute, ad immedesimarlo cosi intimamente col mondo antico, che non se ne potè poi tanto facilmente dimenticare. In principio del secolo decimonono, cresceva con le predilezioni d'un erudito del secolo decimoquinto. Onde di Lui si potea dire che, come un albero, con troppa cura potato, dovea portar frondi e fiori inutili; e, come uccello rinchiuso in gabbia dorata, ripetere fiocamente melanconiche canzoni.