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trude 25. Dunque Carlo prendeva un abbaglio, perchè non è immaginabile un amore per una fanciulla di quella tenera età. E poi nel Primo amore „, Giacomo descrisse quanto soffri la mattina che partì la sua innamorata. Siccome fu Geltrude e non la figlia, colei che partì, rimane provato che quella e non questa fu da Lui amata. Questo giovine aveva ancora la veste talare; ma il cuore non soffre impacci, nè indugi dall'abito che si porta. La notte precedente alla partenza di Geltrude, scoppiò un temporale. Giacomo, cui fino dalla sera precedente era stato proibito di scendere a salutare la parente, faceva voti perchè la tempesta non cessasse; ma invece il tempo tornò sereno. E quando venne il momento, in cui sentì lo scalpitìo de' cavalli sotto la sua finestra, balzò dal letto, si fece presso le imposte, e lì rimase in ascolto, finché sentì salutare, e la carrozza si mosse.
Durante la permanenza di Geltrude in casa Leopardi, il Nostro prese a scrivere, giorno per giorno, tutti i pensieri che gli venivano in mente alla vista di quella donna. Erano scritti su foglietti che egli leggeva a Carlo ogni giorno. Queste carte intitolò: Memorie sopra pochi giorni della sua gioventù ; e le diede poi al Ranieri (III, 428).
Al tempo di questo primo amore, Giacomo avea già le spalle incurvate; Carlo lo assicurava al Mestica (settembre 1876).
Laonde, così contraffatto, intuendo che il regno d'amore era per Lui chiuso, disperò, invocando la morte. Fu il suo primo grido, e il cui soggetto era Egli stesso, pieno già di ardore per la gloria e sconfortato di conseguirla, pel timore di prossima morte, al quale gli dava giusta cagione la sopravvenutagli gibbosità „ (Mestica, XXII, 198).
E la cantica VAppressamento della morte (Milano,