Stai consultando: 'Per la storia di un'anima Biografia di Giacomo Leopardi', Ciro Annovi

   

Pagina (54/243)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (54/243)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Per la storia di un'anima
Biografia di Giacomo Leopardi
Ciro Annovi
S. Lapi Tipografo Editore Città di Castello, 1898, pagine 232

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 44 —
   altri patriotti, era l'unità d'Italia come l'avea predicata Dante. Molti, a tale scopo, congiuravano nelle sette, per preparare la rivoluzione; altri, timidi, si sfogavano a parole, sempre irresoluti ne' fatti. Non pochi esulavano, per andare a seminare simpatie all'estero per la causa italiana. Il Governo austriaco, per divergere le passioni politiche, aizzava i letterati nelle lotte filologiche. E la Crusca, in grazia di Leonardo Salviati, aveva imposto la sua teoria, che la lingua di Dante e la fiorentina erano l'Italiana. Allora sorsero i Puristi, capitanati dal Cesari, i quali vollero restringere la lingua al solo trecento. Il Monti e il Perticari si opposero, dimostrando che la lingua nazionale non è esclusiva di un secolo e di una regione, ma di tutti gli scrittori italiani di tutti i tempi ; e fecero la Proposta di correzioni al Vocabolario della Crusca. Però erravano nel voler conservata dai sapienti la lingua, perchè rimanesse purgata, nulla volendo essi concedere all'uso popolare.
   Il romanticismo, importato con le traduzioni straniere, venne ad accrescere la confusione ; e chi più ne godeva era il Governo, contento d'aver raggiunto lo scopo.
   In mezzo a questo conflitto di Letterati, il Giordani si accostava ai Puristi, benché superiore a tutti (III, 109). Avea ricco l'ingegno di erudizione nelle Lettere, nelle Arti, nella Storia e nella Filosofia. E mentre pensava d'insegnare il vero modo per educarsi a diventare buono scrittore, sicché l'Italia potesse riprendere il primo luogo nella coltura europea, gli parve aver trovato l'ideale suo incarnato nel giovine, che timidamente gli si presentava.
   Misuratone subito tutto l'ingegno e la squisita sensibilità, intui che si sarebbe elevato a sublime altezza. E non parendogli di poter credere a sé stesso,