- 61 --
cava, accennò alla sua traduzione dell'Alicarnasseo, ma faceva conto d'averla scritta per puro esercizio. Ci sarebbe stata piuttosto la lettera intorno allo stesso Dionigi, ma la dovea collocare in una piccola raccolta di sue bagatélle. Proponevagli di tradurre in volgare il Trattato di Luciano del Come vada scritta la Storia.
Ed ecco sbocciargli dal cuore novella poesia. Si vuole che di questa stagione abbia composto II Passero solitario. Era passato il tempo, speso a tradurre, commentare e perfino imitare alla perfezione i classici. Adesso si provava a ripiegare l'attenzione su se stesso e sul mondo che lo circondava. Certo, 1' educazione ricevuta avea coperto i suoi buoni germi naturali. Essi però, rompendo la corteccia d'una erudizione la più pesante, uscivano alla luce del sole con pieno rigoglio.
Sensibile com'era stato sempre alle voci della natura, soleva ascoltare i melodiosi concenti di un passero solitario, appollajato a suo beli' agio sull' antica torre di Sant' Agostino.
Pace e festosità sono l'introduzione del Canto, che rispecchia lo stato d'animo del Poeta, reso perfin benigno verso l'esultazione cittadina. Ei la descrive col cuore pervaso di gioia; e questa è poesia spontanea, riboccante di grazia, di bellezza e di modernità.
Così facea presentire l'altissimo Poeta, che avrebbe toccato sublimi altezze. Mostrava sopratutto che quel complosso di sfavorevoli circostanze, in mezzo alle quali era stato fatto crescere, nulla avea potuto su quel sentimento del bello, eh'Egli possedeva naturale, dovizioso e sovrano.
Per la qual cosa ebbe piena ragione il Giordani di dire: Diventò erudito da fanciullo per occasione, o piuttosto necessità di circostanze; ma sua natura fu veramente di sommo poeta e sommo filosofo; e natura