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poco esatta conoscenza del mondo, non che della tirannia (quantunque saggia) della contessa Adelaide, sua moglie.
In tali condizioni, que' figliuoli congiuravano in segreto e si ridevano ingenuamente de' genitori. A voler scegliere uno fra gl'infiniti documenti, che dimostrano la perfetta intesa che passava fra Giacomo, Carlo e Paolina, ricorderò che, quando il primo fu a Roma nel 1822, fin dalle prime lettere il secondo l'avvertì che le sue non erano ostensibili, e che attendeva la corrispondenza segreta all'indirizzo di Sofia Ortis (Piergili, Lett. scrit., pag. 40).
E Carlo gli scriveva: A dirla fra noi, io non posso attribuire ad altro che a politica, non già ad ingenuità, tutto il linguaggio che tieni, da che sei fuori; e non manca di fare il suo effetto „ (Piergili, Lett. scrit., pag. 63 e 64). C' era in questo esagerazione ; perchè, mentre s'ammette questa lega di resistenza, non è a credere che Giacomo fingesse quello che non sentisse. Gli era, che lontano dal carcere e da coloro ch'ei reputava suoi carcerieri, nella natura di giovane buono, con generoso oblio, non vedeva nel conte Monaldo che il padre affettuoso.
Tale dissidio di famiglia faceva dire al genitore : Invidio la sorte di un padre mendico, che riportando a casa un pane nero e bagnato di sudore, lo vede accolto dall'amore e dalla riconoscenza de' figli „ (Piergili, Doc., LXV).
Giorno verrà, in cui Giacomo gli aprirà con la massima confidenza il cuor suo, spiegandogli tutto il perchè del suo riserbo verso di lui. E allora si vedrà, che, dopo reciproche sincere dichiarazioni, la pace fu fatta, ed il passato fu composto, pur rimanendo ognuno di contrario modo di pensare.
Ma intanto, siccome nessun progetto avea la fortuna