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I primi bolognesi che scrissero versi italiani
Memorie storico-letterarie e saggi poetici
Salvatore Muzzi
Tipografia di Giulio Speirani e figli, 1863, pagine 51

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a cura di Federico Adamoli

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   stipulò parecchi contratti in diversi tempi, l'ultimo de' quali del 2Ì settembre 1301:, né più oltre si trova memorato in verun luogo. L'averne Dante parlato nel volgare Eloquio congiuntamente col Guinicelli, col Ghisilieri e con Fabruzzo, chiamandoli dottori illustri e di piena intelligenza nelle cose volgari, mostrerebbe in questa loro comunanza di pregi e di patria, quella ancora di età. E il Petrarca nel Trionfo d'Amore al Capitolo IV. li unisce pure di nome e di merito là dove dice:
   Ecco i duo Guidi, che già furo in prezzo, Onesto bolognese, e i Siciliani Che fur già primi, e quivi eran da sezzo.
   D'Onesto bolognese parlarono pure con lode il Salvini, il Bembo, il Trissino ed il Gravina, i quali lo annoverarono tra* veri maestri, onde prese suo seggio e stato la nostra lingua. E Benvenuto da Imola afferma ch'egli fu un personaggio ragguardevole ed altrettanto facondo oratore nel nativo linguaggio, quanto facile ed amoroso poeta. Lorenzo de' Medici però dice che le rime di Onesto hanno mestiere della lima. « Il bolognese Onesto e li Siciliani, come primi furono di Dante e di Petrarca, così della loro lima più avrebbono mestiere: avvegnaché nè ingegnane volontà ad alcuno di loro si vede esser mancata ». E dicendo l'autorevole De' Medici che anche l'Onesti fu primo di Dante e di Petrarca, non di valore ma di tempo, conferma anch'esso l'età precisa in cui fiorì questo poeta; il quale, se fosse stato più antico di quello che fu, non si avrebbero sonetti di lui a Cino e di Cino a lui, e se fosse stato più moderno, giusta l'opinione del Quadri che il pose nel 1330, Dante, che mancò nove anni prima, cioè del 1321, nonne avrebbe fatta ricordanza come d'uomo già trapassato menlr'egli scriveva. -
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