Stai consultando: 'I primi bolognesi che scrissero versi italiani Memorie storico-letterarie e saggi poetici', Salvatore Muzzi

   

Pagina (28/51)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (28/51)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




I primi bolognesi che scrissero versi italiani
Memorie storico-letterarie e saggi poetici
Salvatore Muzzi
Tipografia di Giulio Speirani e figli, 1863, pagine 51

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   28
   SER BERNARDO
   —-mwmr—
   In sul 4280 fioriva in Bologna un poeta volgare chiamato Ser Bernardo, che fu probabilmente notaio, come Ser Monaldo da Soffena, Ser Nofifo d'Oltrarno e Ser Pace, che furon tutti notai : imperocché, come asseriscono gli eruditi, se da vasi del messere a chi non fosse volgo ma non fosse dottore, serba-vasi il sere ai soli pratici dell'arte notaresca, i quali benché cresciuti agli studi ed alla cultura di cose positive e di prescrizioni di codici, abbandonavansi talvolta ad ispirazioni fantastiche, ad amorosi sfoghi déll'anima, a voli d'ilaliaua poesia, quasi per sollevarsi dal gran peso di quel latino barbarico, che parve imposto precettivamente a' notai di que' tempi.
   Gredesi dunque che Ser Bernardo fosse notaio; ma non è cognito da qual famiglia avesse origine, essendoché i più accurati cercatori de' casati felsinei non fecer sìnora buona prova rovistando a tal effetto negli archivi : laonde non gli diedero altro cognome, da quello infuori della città ov'ebbe tratti i natali.
   Ser Bernardo da Bologna fu amico di Guido Cavalcanti fiorentino celeberrimo; di quel Guido che Benvenuto da Imola appellò il second'occhio della toscana letteratura, della quale
   v^ooQle