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I primi bolognesi che scrissero versi italiani
Memorie storico-letterarie e saggi poetici
Salvatore Muzzi
Tipografia di Giulio Speirani e figli, 1863, pagine 51
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Dante era il primo. Ed esso Dante nell'undecimo canto del Purgatorio, anteponendo Guido Cavalcanti a Guido Guinicelli e sé ad amendue, disse a modo di profeta:
Così ha tolto l'uno all'altro Guido
La gloria della lingua; e forse é nato Chi l'uno e l'altro caccerà di nido.
Se pertanto con un tanl'uomo quale si fu. il Cavalcanti ebbe amicizia il nostro notaio Ser Bernardo, convien ritenere che a' suoi giorni fosse in voce di valente; chè il fiorentino non avrebbe coltivata l'amicizia d'un dappoco. Anzi oseremmo dire che fosse tra loro (dimestichezza, se l'uno scriveva all'altro un sonetto, dandogli novella d'una forosetta, che parrebbe bolognese, la quale versava in angustie d'animo per la mala salute dell'insigne fiorentino. E non è meraviglia che una giovane felsinea fosse presa di lui, se tutti i dotti e i letterali di que' tempi traevano a studio nella bolognese Università.
Or ecco il sonetto di Ser Bernardo a Guido Cavalcanti.'
A quella amoroselta forosella
Passò sì '1 cor la mala tua salute, Che sfigurò di sue belle parute, Ond'io le domandai : perchè, Pinella?
Ma di le come udì lieta novella, Si fece tal che a pena l'ho credute, E risanò delle mortai ferute Splendendo come in firmamento stella.
Poi con accento tenero soave
Mi disse: amico, se ti piace, come Guido di me la conoscenza ave?
Io, come '1 vidi, ben ne seppi il nome; Ei solo tiene del mio cor la chiave, E l'alme altere ei può far miti e dome.
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