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I primi bolognesi che scrissero versi italiani
Memorie storico-letterarie e saggi poetici
Salvatore Muzzi
Tipografia di Giulio Speirani e figli, 1863, pagine 51

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a cura di Federico Adamoli

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   l'italiana, nella quale scrisse non poche rime, che trovansi pubblicate nel Rosario delle stampe di tutti i poeti, e nella Raccolta dei Componimenti poetici delle più illustri Rimatrici, fatta nel secolo scorso da quell'esimia letterata che fu la Contessa Luisa Bergalli, prima moglie di Gaspare Gozzi, fiore d'ingegno e scrittore venusto di versi e di prose in italiana favella.
   Di questa Giovanna fece le lodi Leandro Alberti nella sua Descrizione d'Italia; di lei parlò con encomio Marcello Alberti ne\\'Istoria delle donne scienziate, ove, con errore manifesto, la chiama Giovanna Biukeli; senza dire del Bumaldi nella Biblioteca, del Marini, dell' Orlandi, del Quadrio e del Mazzucchelli.
   Or ecco un saggio del poetare di quest'esimia bolognese.
   Creder si dee che a chi maggior dolore Diede il Signor quando partì'di vita, A colei, ritornando, desse aita Prima che ad altri col suo vivo ardore.
   . Sicché stando Maria con umil core Del supremo suo Sol la nova uscita Attendendo, sentissi la sbandita Lena tornare, e scorse almo splendore;
   Chè ratto e lieto il Messaggier del giglio Le sopravvenne, a dir col volto chino: Rallegrali, del ciel degna Regina;
   Rallegrali, perchè l'alto e divino
   Tuo figliuol, già varcato ogni periglio, Col corpo unita ha l'alma pellegrina.
   Questo sonetto, più spigliato di quelli di Fabruzzo e di Ser Bernardo, e scritto in frasi che han gittata la scoria
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