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I primi bolognesi che scrissero versi italiani
Memorie storico-letterarie e saggi poetici
Salvatore Muzzi
Tipografia di Giulio Speirani e figli, 1863, pagine 51

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a cura di Federico Adamoli

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   Ranieri aveva sposata un'esìmia donzella di nome Giovanna, figliuola d'un conte da Pànico, ricco e potente signorotto. É Pànico un castello, oggidì rovinoso, che siede in poggio alla destra del picciol Reno, in vista della strada che mena da Bologna a Porretta ed al toscano A pennino, * lungi da Bologna poco più di dodici miglia. Quel signorotto (pur esso di nome Ranieri) dimesso l'orgoglio di feudatario, e fatto più mite pei tempi che correvano, non- isdegnò: d'accasar la figliuola col nostro Ranieri, che non fu signore di castella, nè vantò diritto di vita e di-morte sul gregge de* servi malcapitati, ma fu cittadino laborioso e magistrato equo ed integerrimo. Però se il nostro Samaritani condusse in moglie Giovanna da Pànico, è giocoforza ritenere che l'assennato bolognese fosse di ricca ed eletta famiglia: le quali prerogative quando pur non apparissero da sì cospicuo legame di parentado, si arguirebbero per l'alto incarico sostenuto dal suo antenato Matteo di Rodolfor imperocché una città come Bologna non avrebbe mandalo ambasciatore al prepotente enobarbo un popolano o un mercadante; in tanta dovizia d'egregi uomini ed eloquenti-, quandi né vantava nell'ordine de'nobili e in quello de'dotti professori.
   Abbiamo detto che il nostro Ranieri si segnalò sopra moki tanto in istato laico quanto in condizione religiosa: e ciò sap-< piamo dai cronisti bolognesi e dagli archivi de' Minori di san Francesco, dove rilevasi, che amendue i consorti, di comune* consentimento e con reciproca letizia, ripararono ai monasteri dell'estatico d'Assisi nel 12SS. Aveva allora il Samaritani poeo' meno di sessantanni, se già da quattro lustri era in voce di dotto e savio, anzi di ahile e cospicuo nel reggimento de' popoli.. Nè altrimenti poteva essere, se l'abbiam visto Podestà di Cento, e della Pieve nel 1267.
   Appena intanto fu ricevuto nella famiglia francescana, come uomo d'esperto ingegno, e destro e prouto negli affari, venne
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