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I primi bolognesi che scrissero versi italiani
Memorie storico-letterarie e saggi poetici
Salvatore Muzzi
Tipografia di Giulio Speirani e figli, 1863, pagine 51
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Come in Samaria nato fuor di fé, Ferme Io nome sovra quello cagio; Così, come ver voi son dritto in fè, Messer Polo però del senno cagio. Suono vi mando, e in vero Iddio fe\ E chi rincontra lui vantine cagio. Lùdite volte mante ad anime cannante Probate son parole: dicio che fo parole.
E certamente non se ne cava costrutto: il perchè rifuggendo da tali imbratti, che inducon noia e sazietà, passeremo piuttosto a dire d'un altro bolognese, le cui rime volgari corsero mi* glior ventura» venendo a mano di sufficienti copisti e di pazienti e perspicaci editori.