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I primi bolognesi che scrissero versi italiani
Memorie storico-letterarie e saggi poetici
Salvatore Muzzi
Tipografia di Giulio Speirani e figli, 1863, pagine 51

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   SEMPREBENE DELLA BRAINA
   Due furono in diverso tempo gli uomini di questo nome. Uno di essi comincia a ritrovarsi negli Atti pubblici del dottore non ignobile di Legge, del quale parla lo storiografo Sarti nella sua opera dei chiarissimi professori della bolognese Università. Un altro Semprebene si trova menzionato fra i vivi nel 1292: notaio di professione, e figlio d'Ugolino dalla Braina notaio, ch'ebbe un fratello medico di nome Niccolò.
   Uno di questi Semprebene fu poeta del secolo xm. e non ignobile, ma non potrebbe provarsi con assoluta sentenza quale fosse dei due. Parrebbe tuttavia più probabile (come ritiene il detto Sarti) che fosse il notaio Semprebene della Braina; da che sappiamo che i notari di que' tempi applicavan l'animo non rade volte alle belle lettere, come fu di Rolandino Pas-seggieri, che lasciò latini versi nella sua Summa Notar ice. Senza dire di Brunetto Latini, di Francesco da Barberino, di Colluccio Salutati, cancelliere della Repubblica Fiorentina, e d'altri non pochi i quali erano ad un tempo e notai e poeti. E per vero nelPArchivio pubblico di Bologna si trovano molti