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I primi bolognesi che scrissero versi italiani
Memorie storico-letterarie e saggi poetici
Salvatore Muzzi
Tipografia di Giulio Speirani e figli, 1863, pagine 51
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Atti di Notari, che hanno o in fine o a tergo de' versi e degli squarci di letterari componimenti.
Fiorì Semprebene della Braina nel 1250 e forse alquanto più tardi : e ciò affermasi pure dal Bembp, il quale lasciò scritto:
« Da quel secolo che sopra Dante infino ad esso fu, in-« cominciando, molti rimatori incontanente sursero non sola-u mente di Firenze e di tutta Toscana, ma eziandio altronde, « siccome furono Pietro dalle Vigne, messer Onesto e messer « Semprebene da Bologna, e messer Guido Guinicelli, bolo-« gnese anch'egli, molto lodato da Dante.»
Del rimatore Semprebene, annoverato dal Gravina nella Ragione Poetica tra gl'illustri verseggiatori del primo secolo, e che compose rime per lo più morali, come attesta il Mon-talbani nel vocabolista bolognese, non si conosce oggidì che una Canzone, la quale conservavasi manuscritta nella Chigiana e che il Crescimbeni ne' Commentari all'istoria della Volgare Poesia, dice che è scritta all'uso de9 primi tempi, in cui le Canzoni si scrivevano a guisa di prosa, nè si andava da capo se non d'una in altra strofa; sicché durò gran fatica a trarla dall'antichissimo carattere col quale è scritta, e distinguer l'un verso dall'altro, e darle la sua perfetta forma. Non di meno ' ben si conosce, al dire di lui, la bontà de' sentimenti che contiene, e la bella maniera colla quale son collocate le rime.
Ed ecco senza più la Canzone del notaio bolognese, non come il Crescimbeni la trasse dal Codice, ma come piuttosto dal Nannucci a miglior lezione fu ridotta.
Come lo giorno quando è dal mattino Chiaro e sereno egli è bello a vedere, E gli augellelti fanno lòr latino Cantar sì fino ch'è dolce ad udire;
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