Stai consultando: 'I primi bolognesi che scrissero versi italiani Memorie storico-letterarie e saggi poetici', Salvatore Muzzi

   

Pagina (40/51)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (40/51)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




I primi bolognesi che scrissero versi italiani
Memorie storico-letterarie e saggi poetici
Salvatore Muzzi
Tipografia di Giulio Speirani e figli, 1863, pagine 51

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   40
   Atti di Notari, che hanno o in fine o a tergo de' versi e degli squarci di letterari componimenti.
   Fiorì Semprebene della Braina nel 1250 e forse alquanto più tardi : e ciò affermasi pure dal Bembp, il quale lasciò scritto:
   « Da quel secolo che sopra Dante infino ad esso fu, in-« cominciando, molti rimatori incontanente sursero non sola-u mente di Firenze e di tutta Toscana, ma eziandio altronde, « siccome furono Pietro dalle Vigne, messer Onesto e messer « Semprebene da Bologna, e messer Guido Guinicelli, bolo-« gnese anch'egli, molto lodato da Dante.»
   Del rimatore Semprebene, annoverato dal Gravina nella Ragione Poetica tra gl'illustri verseggiatori del primo secolo, e che compose rime per lo più morali, come attesta il Mon-talbani nel vocabolista bolognese, non si conosce oggidì che una Canzone, la quale conservavasi manuscritta nella Chigiana e che il Crescimbeni ne' Commentari all'istoria della Volgare Poesia, dice che è scritta all'uso de9 primi tempi, in cui le Canzoni si scrivevano a guisa di prosa, nè si andava da capo se non d'una in altra strofa; sicché durò gran fatica a trarla dall'antichissimo carattere col quale è scritta, e distinguer l'un verso dall'altro, e darle la sua perfetta forma. Non di meno ' ben si conosce, al dire di lui, la bontà de' sentimenti che contiene, e la bella maniera colla quale son collocate le rime.
   Ed ecco senza più la Canzone del notaio bolognese, non come il Crescimbeni la trasse dal Codice, ma come piuttosto dal Nannucci a miglior lezione fu ridotta.
   Come lo giorno quando è dal mattino Chiaro e sereno egli è bello a vedere, E gli augellelti fanno lòr latino Cantar sì fino ch'è dolce ad udire;
   v^ooQle