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I primi bolognesi che scrissero versi italiani
Memorie storico-letterarie e saggi poetici
Salvatore Muzzi
Tipografia di Giulio Speirani e figli, 1863, pagine 51
LA VANITÀ NON ADORNA L'UOMO.
In vanità non è gentil valore, Nè adorna sella fa cavai migliore, Nè fren dorato toglie il suo difetto: Così non fa valer pomposo aspetto Uomo che si diletta in forma bella, Però che ciò che luce non è stella; E sotto fregi in vestimento vano Giace il cuor vago da virtù lontano.
VUOLSI ESSERE TEMPERATO.
Non si convien furore Nè a pover nè a signore. Lo saggio mariuar ad un sol segno Sa governar suo legno In tempo oscuro ed in serena luce, Perchè virtù e ordine il conduce.
TEMPERANZA.
0 temperanza, donna dell'onore!
Tu reggi sempre di ragione il freno,
Tu tieni il mezzo ch'è tra '1 più e '1 meno,
Però si trova l'uom con più valore,
Il qua! più t'ama; e chi segue il furore
E a disordinato esser s'accosta,
0 quanto caro costa!
Ch'ogni nemico di cotal virtude
Con doglia e con sospir sua vita chiude.
SUPERBIA.
0 mente folle del superbo altero Ch'ai cielo ed alla terra è odioso!
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