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I primi bolognesi che scrissero versi italiani
Memorie storico-letterarie e saggi poetici
Salvatore Muzzi
Tipografia di Giulio Speirani e figli, 1863, pagine 51

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   LA VANITÀ NON ADORNA L'UOMO.
   In vanità non è gentil valore, Nè adorna sella fa cavai migliore, Nè fren dorato toglie il suo difetto: Così non fa valer pomposo aspetto Uomo che si diletta in forma bella, Però che ciò che luce non è stella; E sotto fregi in vestimento vano Giace il cuor vago da virtù lontano.
   VUOLSI ESSERE TEMPERATO.
   Non si convien furore Nè a pover nè a signore. Lo saggio mariuar ad un sol segno Sa governar suo legno In tempo oscuro ed in serena luce, Perchè virtù e ordine il conduce.
   TEMPERANZA.
   0 temperanza, donna dell'onore!
   Tu reggi sempre di ragione il freno,
   Tu tieni il mezzo ch'è tra '1 più e '1 meno,
   Però si trova l'uom con più valore,
   Il qua! più t'ama; e chi segue il furore
   E a disordinato esser s'accosta,
   0 quanto caro costa!
   Ch'ogni nemico di cotal virtude
   Con doglia e con sospir sua vita chiude.
   SUPERBIA.
   0 mente folle del superbo altero Ch'ai cielo ed alla terra è odioso!
   v^ooQle