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I primi bolognesi che scrissero versi italiani
Memorie storico-letterarie e saggi poetici
Salvatore Muzzi
Tipografia di Giulio Speirani e figli, 1863, pagine 51

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Ciascun superbo si tien valoroso, Tanto soperchio ama la sua essenza, Che tien ferma credenza Dr mettersi sicuro ad ogni impresa; Ond'egli ha spesso morte e grave offesa.
   INVIDIA.
   0 falsa Invidia, inimica di pace,
   Trista del ben altrui, che non ti nuoce!
   Tu porti dentro quell'ardente face
   Che t'arde il petto, ed altrui metti in croce.
   AVARIZIA.
   0 Avarizia, inimica di Dio,
   Tu hai sì strutto il mondo e fatto rio,
   Ch'a mal torre e tener sol hai rispetto.
   Ciò mostra '1 tuo effetto;
   Che per cupidità d'esser signore
   0 d'acquistare onore
   Città, castello o terra,
   L'un strugge l'altro, d'onde nasce guerra,
   La qual danna e diserta ogni valore.
   Di simile tempra è l'intero libro del Bambaglioli, il quale seppe giungere con rara abilità l'ornamento del metro alla virtù della filosofia, e render comuni assai precetti, che tornano utili all'umana dignità ed alla vita civile. La lingua di lui è ancor più nobile ed aulica (come la disse l'Alighieri) di quella che venne usata dallo stesso Guinicelli; e ciò ne mostra il gran progresso che fece in Bologna l'italico idioma nel volgere di sessant'anni, quanti appunto ne passarono dalla cacciata di Guido a quella di Graziolo, dalle male vicende dei
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