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Processo fatto subire in Napoli nell'anno 1863 alla Principessa Carolina Barberini Colonna di Sciarra nata Marchesa di Pescopagano
— fichi avesse ricevute le varie lellere succennale, ed in ispecie quelle che abbiamo innanzi particolarmente descritte. Al che essa senza punto disconoscere di essere state sorprese nei suoi effetti le varie carte sottoposte al nostro esame, ci ha risposto. - Che la lettera all' . indirizzo di Francesco secondo aveala ricevuta dall'ex Consultore Michele Roberti il quale era stato in frequente relazione con lei durante quest'ultima sua dimora in Napoli per essersi essa dichiarata determinata a presceglierlo a suo procuratore in vari interessi che aveva col resto della famiglia. 11 Signor Roberti nel prendere commiato da lei aveala incaricata di porgere all' ex Re quella lettera, ed ella essendosi assicurata che non contenesse altro che la manifestazione d' inviduali sentimenti di devozione air ex Re i quali non le sembravano capaci di poter dar luogo ad imputazione penale, non aveva incontralo difficoltà a riceversela per portarla al suo destino. Che le altre lettere poi da noi particolarmente esaminale e quelle in ispezialilà che apparivano scritte in cifra e che erano ravvolte in un piego all' indirizzo del Signor Caracciolo Duca di Brienza le erano state consegnate da un vecchio amico di sua famiglia Cavalier Gabriele Quallromani , il quale aveala assicurala di non contenere altro che felicitazione pel novello anno , ignara che potessero avere alcuna importanza politica. •
Che ora ben si avvede da quelle scritture misteriose in cui appariscono vergale che si tratta di una corrispondenza criminosa, ma non avrebbe mai potuto immaginare che avrebbe in simil guisa abusato della sua amicizia chi gliele avea consegnale, il quale soltanto deve rispondere alla giustizia delle lettere medesime.
Dimandata dopo siffatta spiegazione se abbia mai conosciuto o inleso parlare di un frate addimandalo Padre. Girolamo Quintino.
Ella à ripreso a dire di non essere stala la sua casa visitata in questi giorni di permanenza a Napoli da frale veruno, e di non aver nemmeno inleso a nominare da' suoi amici il nome di quel Padre che 1' è stato additato. Fattole sul proposito osservare che gli antichi legami di amicizia interceduti tra la sua famiglia ed il Cavaliere Qualtromani sono quelli appunlo che rendano assurde le sue spiegazioni, e che dimostrano invece che abbia ella dovuto essere a parte de'criminosi divisamenti del Qualtromani .e de'suoi consorti. Risponde : di, essere stala tratta iu inganno, e di doversi la giustizia sociale appagare sul suo conto alla spontanea rivelazione del nome dell' individuo il quale aveale affidate le carte succennale.
Richiesta a spiegare quali interessi, ed altri motivi di sorla , T avessero indotta a portarsi in Napoli, e quante volte abbia veduto il Signor Quattromani in tutto il tempo che à qui dimorato.