Stai consultando: 'Processo per l'omicidio premeditato sulla persona del console generale Inghirami ',

   

Pagina (6/74)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (6/74)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Processo per l'omicidio premeditato sulla persona del console generale Inghirami


Tipografia dei FF. Nistri, 1870, pagine 74

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   nare la remissione della causa dal Tribunale di Livorno a quello di Lucca;
   Come una stampa licenziosa si permettesse, facendosi superiore alla Legge, di qualificare come arbitraria ed illegale quella misura; tentasse fino dai primordi del procedimento di forviare l'opinione pubblica per imbarazzare il corso della giustizia; presumesse di convertire, facendone l'apologia, il reato comune dell' assassinio, in un reato politico; si facesse organo defensivo degli imputati pubblicando proteste di privati cittadini,* e più tardi scendesse •perfino ad insinuazioni le più calunniose, ed offensive verso i poteri dello Stato, ed a deduzioni le più repugnanti ad ogni principio di pubblica moralità e di giustizia universale.
   Come gli abusi di questa stampa fossero seguiti da altri riprovevoli esempi di proteste della Società Artigiana, e di ricorsi al Superior Governo avanzati da private persone, che si arrogavano il diritto di affermare la innocenza degli incolpati pria che l'autorità giudiciaria, la sola competente a conoscerne, avesse avuto tempo e modo di pronunziare il suo giudizio.
   Come tali e tante fossero le manovre misteriose degli interessati ad impedire le regolari investigazioni, e lo scoprimento della verità, che sebbene i gravissimi reati di che si tratta, fossero stati consumati da persone conosciutissime, quasi in pieno giorno,, in un punto della pittà dei più frequentati, ed alla presenza di molti,, non fuvvi sulle prime chi fra questi volesse neppure attestare di circostanze secondarie, che non potevano essere sfuggite ai loro sensi.
   Come pochi siano stati quei testimoni esenti da pressióni dirette o indirette per favorire gl'imputati; — molti che per timore di vendetta han taciuta la verità o scientemente deposto il falso; — altri che sonosi resi renitenti alla legale citazione, preferendo di essere accompagnati d^lla pubblica forza avanti l'istruente, ed altri ancora che per non essere rintracciati, e costretti a deporre sonosi cambiati cognome.
   Come fra i molti testimoni deponenti di fatti e circostanze gravissime a càrico degl'imputati, havvene taluni stati
   LiOOQle