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Processo per l'omicidio premeditato sulla persona del console generale Inghirami


Tipografia dei FF. Nistri, 1870, pagine 74

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   verga, non già per affermare con modi-legittimi, e più o meno palesi, dei diritti nazionali, ma per bassi insulti alla Guardia di ronda.
   Che con Sentenza 4 Settembre 1852 Pietro Anto-nacci, fratello dell' imputato Fortunato, fu sottoposto a 50 • colpi di bastone per congeneri defezioni.
   Che con la stessa Sentenza riguardante il Dodoli furono condannati i fratelli Giovanni e Giuseppe Neri, che bene spesso ed in più procedure hanno rappresentato diverse parti ed in specie quella di testimoni a favore di taluno degli imputati.
   E che finalmente anche Giovanni Fantozzi ebbe fratello e suocero colpiti dalle procedure militari austriache.
   Ora resta a sapersi come questa Società, che è la vera negazióne della civiltà, e della umanità, ha fra gli altri suoi statuti, 1' obbligo in ogni socio di vendicare col sangue i torti ricevuti dall'altro socio, o dagli estranei — quello di doversi estrarre a sorte 1* esecutore delle vendette della Società — quello di eollettare i suoi componenti — e quello pure di soccorrere i soci caduti nelle mani della giustizia, e di procurarli i mezzi di difesa, della fuga o della impunità.
   Se per un momento si scorrono le carte processuali sorgono le prove le più convincenti di quanto si kfferma, e ciò
   1. Dai rapporti del Governo locale, e dell' autorità della pubblica sicurezza;
   2. Dalle carte sequestrate agli imputati, ed altri loro socj;
   3. Dalla lettera di Luigi Peri rinvenuta presso l'imputato Sgarallino;
   4. Dai dettagliati rapporti del Procuratore dèi Re di Livorno in data 24 Giugno e 15 Settembre 1869 sul conto dei misteriosi e barbari omicidj di Coscetti Alfredo, di Barsocchini Vincenzo, Di Olivieri Luigi, e del tentativo di omicidio di Paolo Messeri.
   5. Dalle rivelazioni di taluno dei soci fatte ai testimoni fra i quali è notevole il deposto di Clorinda Pepi.
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