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Processo per l'omicidio premeditato sulla persona del console generale Inghirami


Tipografia dei FF. Nistri, 1870, pagine 74

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Nel 1846 si dice dimesso da una procedura per ferimento ed omicidio, e nel 1857 il Consiglio di Governo lo condanna a 18 me£ della Casa Correzionale di Firenze per macchinazioni politiche, e per nuovi attentati ali1 ordine pubblico.
   Finalmente lo Sgarallino, il Dodoli, iL Fraschi ed il Pa-gliaj si vedono implicati col noto Giacomo Galliano ed altri m un procedimento per cospirazione diretta a distruggere la forma del Governo attuale; procedimento che rimase coperto dall'amnistìa del 19 Novembre 1869.
   Dunque è provato quanto basti che gli imputati avevano pur troppo in proprio ed in comune con altri causa ed interessi a delinquere, e che per la loro fama, e pei loro precedenti erano ben capaci di trascendere agli eccessi ai quali si abbandonarono nella sera del 24 Maggio 1869.
   § IH.
   Proponimenti di fendette.
   Il testimone Antonio Biagini narra, che qualche mese avanti il ritorno in Toscana del Generale De Crennewille, lo Sgarallino trovandosi secondo il suo solito in nn Casino di tolleranza di Livorno in compagnia dei soliti amici ebbe a dire: « Che se il Generale ricompariva m città non gli sarebbe andata a fmir bene ». Al che i detti amici annuirono, mordendosi le dita.
   Altro testimone, Giuseppe Gagliardi, deporrebbe avergli riferito una donna, che passando essa casualmente per ana via di Livorno, poco avanti il fatto avvenuto, avrebbe inteso dire ad uno Sgarallino, che parlava con altra persona di un Generale: « Tanto prima che parta, deve essere ammazzato ».
   Ed il deposto del Gagliardi si trova confortato dalle dichiarazioni dell' Avv. Pirro Coppi, e da quelle di Gustavo Magnolfi.
   
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