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Processo per l'omicidio premeditato sulla persona del console generale Inghirami


Tipografia dei FF. Nistri, 1870, pagine 74

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 19 —
   § VI.
   ' Scelta dei mezzi, del luogo e del momento della consumazione dei reati.
   Quanto ai mezzi la scelta non poteva esser dubbia, e non lo fu, per gli imputati, usi a farsi sempre ragione col pugnale. Ed arma consimile fu veduta ad uno degli assassini fuggenti. Ed arma somigliante fu veduta dal Bondi al Do-doli subito dopo il fatto. E pugnali furono dappoi sequestrati agli imputati.
   Quanto alla scelta del luogo, e del momento della consumazione della strage fu già avvertito, che se certa era la determinazione del Generale di recarsi a Genova, nulla vi era di determinato sull' itinerario che avrebbe tenuto, e sul giorno della sua partenza.
   La certezza su tutto ciò non fuwi che nella mattina del 24 Maggio dopo che il Cancelliere del Consolato per ordine del Generale gli fissò un posto di prima classe nel Vapore Sardegna in partenza per quella sera alla volta di Genova, e dopoché nella stessa mattina fu impegnato il barcajolo Francesco Schiaffini di star, pronto, ed attendere col suo barchetto per le ore 24 allo Scalo dei quattro Mori il Generale, che accompagnato dal Console avrebbe dovuto condurlo a bordo di quel Vapore.
   Ed in quella mattina non vi era davvero più persona in Livorno che potesse ignorare la presenza del Generale e la sua determinazione di partire nella sera stessa. Tanto più perchè, fra gli altri, il barcajolo Schiaffini lo disse subito al servitor di piazza presso la Locanda della Gran Brettagna, Virgilio Bernardini, che tosto lo riferì a molti ed in molte osterie della città, aggiungendo, con allusione al Generale, ed alle punizioni inflitte ai livornesi per ordine di lui dal Comando militare austrìaco che la cambiale, sebbene scaduta, era sempre buona per fargliela pagare.
   Peraltro nella incertezza sulle disposizioni di partenza
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