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Processo per l'omicidio premeditato sulla persona del console generale Inghirami


Tipografia dei FF. Nistri, 1870, pagine 74

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   del Generale nei primi momenti del suo arrivo, i principali agenti della Società dal 19 al 24 Maggio, vanno e vengono da Pisa ora per la via di terra, ed ora per la via ferrata per potere fare il colpo colà, nel caso che da quella parte il Generale intendesse partire per Genova.
   Non è provato, ma neppure escluso, che gli imputati Fraschi, Antonacci, Pagliai e Fantozzi fossero fra coloro che in quei giorni andavano e venivano da Pisa.
   Ma è però giustificato che fra questi vi furono certamente lo Sgarallino, il Dodoli ed il Ciucci.
   Lo Sgarallino lo impugna, ed è sostenuto da due amici livornesi da lui indotti come testimoni, cioè da Paolo Bargigli e Batto Alessandro. Ma un testimone non sospetto, e che non può recusare, perchè stato suo dipendente come milite garibaldino, Giovanni Ramalli, lo smentisce, affermando averlo veduto positivamente in Pisa, il 22 o 23 Maggio sulla porta della Fiaschetteria di Giuseppe Batoni.
   Il Dodoli ammette di essere andato a Pisa il 19 Maggio, e di essere ritornato a Livorno col vapore delle ore 5 pom. del giorno 24, soggiungendo che questa gita ebbe per scopo di rivedere gli amici.
   Che esso fosse andato a* Pisa il 19 Maggio, e che nelle ore pomeridiane del successivo 24 fosse veduto tornare a Livorno non può dubitarsene.
   Quello però che non può ammettersi è lo' scopo da lui allegato, imperocché sonovi riscontri in contrario che fanno credere al concetto sopra ritenuto.
   Egli và a Pisa, e ritorna con persone diverse e sconosciute, e nel tornare il 24 Maggio si avvicina nella stazione ad un incognito col quale ricambia un certo cenno che è notato dagli agenti di pubblica sicurezza che colà si trovavano.
   Non è vero poi che esso si trattenesse sempre in Pisa dal 19 al 24 Maggio, perchè invece è veduto in quei giorni tornare notturnamente in Livorno con un legno di Sgarallino, e parlare in una di quelle sere in atteggiamento sospetto, ed in segreto colloquio, in un punto appartato d'una
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