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Processo per l'omicidio premeditato sulla persona del console generale Inghirami


Tipografia dei FF. Nistri, 1870, pagine 74

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   via prossima alla casa del Console Inghirami, con un suo conoscente ed abitaute nella casa del Consolato, probabilmente per tentare di sapere le disposizioni di partenza del Generale, le quali, come già si disse, furono incerte fino alla mattina del 24 Maggio.
   Di quanto sopra ne assicura il testimone Domenico Scasserra.
   Ed il testimone Agide Centoni afferma che dopo l'attentato alla vita del Generale, trovandosi in Pisa a parlare di questo fatto col nominato Giovanni Ramalli amico e compagno d'armi del Dodoli, ei gli disse credere il Dodoli innocente, ed anzi avergli esso mandato a dire che per provare la sua innocenza pensasse a far conoscere che efgli tro-vavasi a Pisa nel momento che avvenne a Livorno l'attentato alla vita del Generale.
   Che poi nelle prime ore del mattino del 24 Maggio molti legni di livornesi fossero veduti venire in Pisa,'e ritornare a gran velocità nelle prime ore pomeridiane del giorno stesso a Livorno, lo attestano ben cinque testimoni, e cioè Borsali Bonifazio, Celanti Giuseppe, Celanti Mario, Sassetti Serafino, e Tangaroni Antonio.
   Il Ciucci non nega di essere andato a Pisa ed a Viareggio, e di essere ricomparso in Pisa in quel torno di tempo, ma vuol far credere di aver fatto quella gita per trovare da impiegarsi, giacché meschino era il guadagno che ritraeva, come cameriere, alla Trattoria della Fortuna condotta dal Pagliai. Dice anzi di aver trovato da impiegarsi a Viareggio per il primo di Giugno al Caffè del Casino condotto da Francesco Dei Gamba.
   In ciò sarebbe sostenuto da Lorenzo Talenti, già suo compagno d'armi nella Legione garibaldina, che era capo inserviente di quel Caffè.
   Ma il Del Gamba non sà nulla di questo fissato, e non conosce il Ciucci.
   Quello però che più monta, è il deposto di Giuseppe Rebissi di Pisa amico del Ciucci. Egli dice che questi andò a trovarlo a Pisa, e lo impegnò a portarsi a Viareggio per
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