«
_ 37 —
Mentisce quando vuol far credere di avere appreso dai giornali e dai bollettini livornesi i particolari del fatto avvenuto nella sera del 24 Maggio perchè nessun giornale ha mai narrato quei particolari, nè incolpato alcuno, ma invece discolpati coloro stati investiti dal procedimento nel fine di preoccupare l'opinione pubblica e di distrarre la ' giustizia dalle sue ricerche.
Mentisce infine apertamente il Morelli quando dice di non sapere chi fossero lo Sgarallino, il Dodoli, e gli altri, perchè egli faceva parte del battaglione dei volontari livornesi nella campagna del 1866 sotto il comando di Sgarallino, del Dodoli, e di altri che non poteva non conoscere siccome affermano Stefano Mattiello Brigadiere delle Guardie di pubblica sicurezza ed il barchettaiolo Oreste Accarini, aggiungendo anzi il Mattiello che il Morelli appartiene alla Società di Jacopo Sgarallino e compagni.
Per le quali cose è già spiegata la ragione della sua renitenza a comparire in giustizia, ed il motivo delle sue impudenti impugnative, ed è perciò appunto dimostrata la verità delle sue rivelazioni.
Ernesto Camaiti non impugna di aver narrato al De Martino quando trovavansi entrambi nelle carceri delle Murate in Firenze, il fatto in genere sulle cose avvenute a Livorno nella sera del 24 Maggio, ma nega di avergli raccontato i particolari del fatto stesso, e vuol far credere che quel tanto che dissegli lo disse per averlo sentito riferire in Livorno dalla gente e dai giornali prima della sua carcerazione, imperocché egli non si era trovato presente all'avvenimento.
E sebbene il Camaiti abbia potuto provare Vedili coi soliti mezzi coi quali la giornaliera esperienza dimostra come si ottengano le prove di tal genere da una certa classe di persone in Livorno, pure è sempre permesso di domandare, come mai il De Martino, che niente sapeva intorno alla strage del 24 Maggio, che non aveva alcuna pratica in Livorno, né conosceva neppur per nome gli imputati, tanto che -chiama il Fraschi col cognome di Frisa, ed il Ciucci
LiOOQle