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con quello di Ciccio, come mai, ripetesi, poteva essere in grado di narrare tanti particolari, se non gli venivano riferiti da chi ne era e poteva esserne al possesso per scienza propria, ossia da Ernesto Camaiti, col quale soltanto aveva parlato di tali cose?
Ed ammesso anche in ipotesi che il Camaiti non si fosse trovato presente al fatto, ciò non toglie che le cose da lui rivelate fossero meno vere, perchè vuol dire che ei le apprese non dai giornali, ma da fonte sicura, quendo le vediamo confortate da tanti riscontri da renderle completamente attendibili.
Testimoni di quinta categoria.
In conferma di quanto è stato detto di sopra sta la pubblica voce di che attestano il già nominato testimone Carlo Gamalossi e Gesualdo Monconi.
Il primo dice che nella mattina del 29 Decembre 1869 mentre trovavasi sul piaggione dei grani in Livorno a veder pescare la Bilancia nel Fosso di detta città, a pochi passi da lui era un gruppo di persone che parlavano del fatto della sera del 24 Maggio, ed uno di costoro che udì bene si espresse avere inteso dalla gente che gli autori di quel fatto erano stati il Dodoli, Jacopo Sgarallino, ed altri.
Il secondo, cioè il Monconi, afferma aver saputo nel Quartiere della Venezia, che è il punto ove abitano le parsone più turbolenti di Livorno, e dove dimorano la maggior parte degli imputati, e per conseguenza tanto più credibili sono le voci che di là provengono in quanto è più facile che chi le propala sia bene informato, che il misfatto della sera del 24 Maggio doveva attribuirsi alla Società Sgarallino e compagni, fra i quali il Fraschi; che il Dodoli volle vendicarsi delle bastonate fattegli dare dal Generale De Crennewille; — che il Console Inghirami fu ucciso perchè conoscendo bene gli assassini, vollero levare di mezzo un testimone di vista; — e finalmente che molte persone gli avevano detto che se si fossero anche trovate presenti al
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