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Processo per l'omicidio premeditato sulla persona del console generale Inghirami


Tipografia dei FF. Nistri, 1870, pagine 74

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 40 —
   Testimoni della sesta ed ultima categoria.
   Sono questi:
   Il Capitano Giov. Claudio Lefort.
   Il possidente Adolfo Luigi Ledere.
   Il negoziante Giovanni Ghilini, e
   L'altro negoziante Paolo Pelozzi, tutti di Bastìa.
   I primi tre trovavansi allo Scalo dei quattro Mori nella sera del 24 Maggio per andare ad imbarcarsi a bordo di un bastimento che doveva condurli in Corsica. B quarto, come amico, e parente di uno di loro si era voluto procurare il piacere di accompagnarli fino allo Scalo per augurar loro il buon viaggio.
   La loro presenza allo Scalo dei quattro Mori fu contemporanea al doloroso avvenimento di cui parliamo.
   Questi testimoni, sebbene come forestieri non conoscessero gli assassini, dicono però di aver veduto assalire due Signori, che uno dopo l'altro caddero in terra, e che per lo meno due furono quelli che si dettero a precipitosa fuga. Che un di costoro aveva in mano un oggetto somigliante ad un arme. Che era di statura vantaggiosa, di corporatura quadrata, di gambe svelte, di circa 30 anni, vestito con aiuto scuro, con feltro in capo a cencio di colore scuro, e calzoni tendenti al grigio.
   Questi connotati si adatterebbero perfettamente a Corrado Dodoli che concorda essere stato vestito in quella foggia, di che altronde fanno fede l'Assunta Strini, Domenico Monconi, e Giuseppe Bondi.
   Dalle cose finquì discorse sembra ad esuberanza esaurita la ricerca diretta a sapere qual parte ciascuno degli imputati prendesse nei misfatti in parola, e la conclusione che spontanea ne deriva quella si è che tutti vi partecipassero, e direttamente cooperassero alla loro esecuzione e consumazione, nel comune loro interesse, ed al seguito di concerto e di matura e fredda e costante deliberazione.
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