Stai consultando: 'Processo per l'omicidio premeditato sulla persona del console generale Inghirami ',

   

Pagina (50/74)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (50/74)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Processo per l'omicidio premeditato sulla persona del console generale Inghirami


Tipografia dei FF. Nistri, 1870, pagine 74

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   - 50 -
   Questo appunto si fu il contegno del Dodoli e del Fraschi dopo la strage.
   Nondimeno potrebbe soggiungersi che chi narra cose inverosimili tocca molto d'appresso la falsità e la calunnia. E sia. Ma allora perchè un testimone così malvagio si appiglia a deporre su cose che in se stesse non sono la prova di un reato, ma un argomento di reità, anziché fare un passo di più, e darsi per presente alla strage, o in altro modo attestare di circostanze a quella direttamente e necessariamente referibili?
   Eppure egli non ha detto niente di più di quello che vide ed intese, e quello che vide ed intese lo riferì a cose forse indifferenti, e di ben altra natura e carattere, poiché credette che il Dodoli, uso a passare la sua vita nei postriboli, avesse fatto qualche brutto scherzo ad una meretrice. Quindi neppure sotto questo aspetto regge lo strano ed assurdo supposto.
   Ma la storia di questo testimone non è compiuta, imperocché fa mestieri che si sappia, onde la coscienza pubblica possa a dovere .giudicare l'indole di questa causa, le molestie da esso patite per effdtto delle sue deposizioni.
   Non appena fu noto che egli figurava come il primo testimone a carico, il Dodoli, o gli amici di lui incaricarono il noto Leopoldo Pio Morelli a tentare d'indagare dalla moglie del Bondi su quali circostanze avesse egli deposto. E di ciò fanno fede Antonio Biagini, e Niccolò Coramboni.
   Fallito il tentativo quali fatti ne susseguirono?
   Ecco quel punto di storia processale che preme narrare.
   La vita del Bandi fa minacciata iu Livorno, tantoché dovette essere tutelato dagli agenti della pubblica forza. E questo dimostrano i documenti riposti negli atti.
   Venuto in Lucca più volte perchè richiamatovi dall'Uffizio d'Istruzione, ebbe da fare a guardarsi dall' imputato Fortunato Antonacci, allora dimesso dal carcere, che lo inseguì in atteggiamento minaccioso fin sulla soglia del Tribunale.
   Finalmente nominato il Bondi allievo guardiano nelle
   gI(