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— Le prove a carico quesite agli atti, e considerate nel loro complesso, hanno tale un valore da sfidare il più sagace ingegno a distruggerle in quanto presentano quel nesso, e quella relazione necessaria delle circostanze col fatto principale che si ricerca, da non potersi concepire, secondo il corso naturale ed ordinario delle cose umane, che persone diverse siensi trovate in una così stretta congiuntura col delitto. E nel loro concreto sono così indipendenti fra loro, che ognuna di esse vale un argomento gravissimo di reità da non potersi temere che la deficienza di una sia capace a fare venir meno la efficacia delle altre.
Ali1 incontro le prove a discarico considerate tanto in complesso, quanto separatamente, non hanno che un solo punto di appoggio, e non ripetono la loro origine che dalla teoria delle ore, sempre fallace quando non può stabilirsi con l'orologio alla mano; lochè è ben lungi dal verificarsi nel caso. Il perchè una volta indebolito e distrutto il loro cemento cade a terra tutto l1 edilìzio.
— La prevalenza di credibilità dei testimoni a carico su quelli a discarico si desume dal loro maggior numero, e dall' importanza e verosimiglianza delle cose sulle quali hanno deposto.
Dal loro numero, perchè è molto maggiore di coloro che depongono di circostanze direttamente réferibili ai reati in parola, ed ai loro autori, in confronto di quelli che negano, o che indirettamente presumono di riuscire alla prova opposta.
Dall'importanza, e verosimiglianza delle cose deposte, perchè i testimoni a carico narrano fatti e circostanze in relazione ai misfatti avvenuti, ed ai loro autori da non destare le meraviglie, ma anzi da guadagnarsi favore di verità nell'opinione pubblica. Mentre i testimoni a discarico si aggirano in una prova difficile, quanto altrettanto comoda, quale è quella dell' alibi, di cui pur troppo la giornaliera esperienza mostra l'abuso frequente che se ne fa nei penali giudizi a scapito, più che della giustizia, della morale pubblica.
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