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Processo per l'omicidio premeditato sulla persona del console generale Inghirami


Tipografia dei FF. Nistri, 1870, pagine 74

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Fraschi, Baldassarre Pagliai, Fortunato Antonacci, Giuseppe Ciucci, e Giovanni Fantozzi.
   La maggior parte son usi a passar la loro vita in mezzo alla crapula, al giuoco, alle gozzoviglie, nei postriboli, nelle osterie, nei caffè; qualcuno è in voce d'industriarsi anco nel furto e nel contrabbando, quasi tutti, più o meno, per aver turbato l'ordine pubblico, sono compromessi con ogni governo, e specialmente lo furono con quello austriaco al tempo dell' ultima occupazione della Toscana, avendone alcuni per la causa anzidetta riportate punizioni e condanne a colpi di verga, od a queste essendo andati soggetti i loro compagni, parenti, od amici.
   Ogni membro di tale associazione ha per li statuti di essa F obbligo di vendicare col sangue i torti ricevuti o da altro socio o da estranei; — il ministro ed esecutore delle vendette della Società viene estratto a sorte, e se non porta a compimento il mandato, da sacrificatore addiviene la vittima:— ciascuno è obbligato a sussidiare i compagni caduti nelle mani della giustizia e a promuovere e provvedere tutti i mezzi e modi onde procurargli trattamento, difesa, fuga, impunità, e a quest' effetto s'impongono tasse e si raccolgono contribuzioni settimanali e mensili.
   A tale associazione si devono i misteriosi e barbari omicidi di Alfredo Coscetti, di Vincenzo Barsocchini, di Luigi Olivieri, e il tentato omicidio di Paolo Messeri, consumati in Livorno dal Settembre 1867 all'Aprile 1868; e alla medesima pure fa capo la nota evasione avvenuta 1' 8 Gennajo 1868 del famoso forzato Pietro Ceneri, principale compromesso nella celebre causa della Società di malfattori decisa dalla Corte di Assise di Bologna nel 5 Luglio 1867.
   Negli anzidetti imputati esistevano quindi, in proprio e in comune con gli altri compagni, la causa a delinquere e l'interesse a vendicarsi del Generale Conte De-Crennewille, che un tempo più o meno li aveva sottoposti a dure punizioni, e del Console Inghirami, che, sebbene 'dagli onesti generalmente stimato ed amato, pure per sottrarsi alle vendette di quella Società aveva dovuto dopo la rivoluzione
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