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fini ad un servitore di piazza addetto alla Locanda della Gran Brettagna, uomo ciarliero e avente anco qualche rapporto col Dodoli, veniva subito da lui diffusa per Livorno, aggiungendovi con significativa allusione al Generale ed alle punizioni da esso inflitte quando aveva il comando militare di quella città che la cambiale, sebbene scaduta, era sempre buona per fargliela pagare.
E di fronte a questa incertezza sulle disposizioni di partenza del Generale, la quale regnava prima della mattina del 24 Maggio, si vedono dal 19 al 24 andare e venire da Livorno a Pisa e da Pisa a Livorno ora per la via ordinaria, ora per la ferrovia, i soliti compagni della Fortuna, e tra questi il Dodoli, il Ciucci, e lo stesso Jacopo Sgarallino, che sebbene lo impugni, viene in questa sua impugnativa apertamente contradetto da un testimone stato suo dipendente come milite garibaldino. Ed il Dodoli in specie è veduto dal 19 al 23 tornare notturnamente da Pisa in Livorno con un legno di Sgarallino, ed in una di quelle sere in atteggiamento sospetto tenere un segreto colloquio con un suo conoscente dimorante nel Palazzo del Consolato Austriaco, e in un luogo appartato in prossimità dello stesso Palazzo. Come pure diversi testimoni vedono nelle prime ore del mattino del 24 Maggio andare a Pisa molti legni di Livornesi e ritornare poi con gran velocità nelle prime ore pomeridiane del medesimo giorno.
Questi fatti, aggiunti alla circostanza che gli imputati surriferiti od hanno cercato impugnare la loro presenza in Pisa in quei giorni, od han tentato di giustificarla sotto diversi pretesti, dimostrerebbero che, prima di scegliere lo Scalo dei quattro Mori ed il momento della partenza del Generale come il luogo e l'ora più opportuni per colpire le vittime state predestinate, si cercò di vedere se il progetto della strage potesse effettuarsi invece a Pisa ed in momento diverso; se non che a rendere inutile una tale dimostrazione ricorre la confessione stragiudiciale dell'imputato Fantozzi, il quale francamente dichiara essere stato in principio concertato di fare il colpo, com' egli si esprime, a Pisa, e