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Processo per l'omicidio premeditato sulla persona del console generale Inghirami


Tipografia dei FF. Nistri, 1870, pagine 74

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   per cui a tale oggetto si eran colà portati diversi individui appartenenti alla nota Società.
   Certo è però che nelle prime ore pomeridiane del 24 Maggio tutti gli imputati si trovavano in Livorno, non essendovi allora più dubbio che la partenza del Generale si effettuasse in quella sera per la via di mare.
   Infatti, si vede il Fraschi sulle ore cinque pomeridiane aggirarsi in modo sospetto allo Scalo dei quattro Mori, spiando se da quel punto potevano scorgersi le finestre della Caserma delle Guardie di Sicurezza marittima di lì poco distante, e poi ritornare alla Trattoria della Fortuna dove si trovavano riuniti tutti gli agenti principali della Società.
   A sette ore circa la Fortuna è deserta.
   A sette ore passate si vedono avviarsi verso Porta Colonnella il Dodoli ed Jacopo Sgarallino.
   Pochi momenti avanti, e sul luogo stesso dell' avvenimento, lo Sgarallino, il Dodoli, e Fortunato Antouacci sono da due testimoni ben riconosciuti, e notati in atteggiamento sospetto, or fermandosi, or facendo alcun passo a guisa di chi stia aspettando persona, tantoché quei testimoni fra loro si domandano se per avventura sia per venire dal mare Garibaldi o Menotti.
   Nell'istante in cui son per giungere allo Scalo il Conte De-Crennewille e l'Inghirami, una turba di ragazzi del quartiere della Venezia scagliando dei sassi sulla vicina Piazzetta dei grani poneva in pericolo i passanti, e colà richiamava la pubblica forza, mentre contemporaneamente e da altra parte ivi prossima un cavallo attaccato ad un fiacre abbandonavasi alla fuga.
   Giunti che sono il Generale ed il Console in prossimità dello Scalo, gli imputati che tutti ivi trovansi pronti ad attenderli, si fanno loro improvvisamente addosso. — Il Fantozzi per il primo si getta sul De Crennewille, e, nel timore che al petto avesse la maglia, gli vibra due ripetuti colpi di stile alla gola, i quali, per un fortuito indipendente dal modo suo dì operare, investono invece lateralmente la faccia, e tanta è la loro violenza che il ferito, privo di sensi, precipita
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