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Processo per l'omicidio premeditato sulla persona del console generale Inghirami


Tipografia dei FF. Nistri, 1870, pagine 74

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   riosità di tener dietro agli altri due, i quali, giunti sul canto di via S. Sebastiano, si fermano guardando nella direzione da cui eran venuti. Gli oltrepassa allora il testimone, ma poco dopo, udendo dietro a sè i loro passi affrettati si ferma accanto al muro in prossimità della Chiesa di San Seba-tiano per lasciarli trascorrere, e nel transitare che fanno a lui dinanzi ode che il Fraschi dice al Dodoli — non camminar tanto lesto per non esser conosciuti — e proseguendo poi per via Beale, a quell' ora abbastanza deserta, si fermano di nuovo poco al di là della casa dal testimone abitata, il quale entrando ratto ratto nella porta di quella ad uscio socchiuso si pone ad osservarli, ed ascolta che il Fraschi dice al compagno « mettilo dentro al fazzoletto * e vede poi, sotto la proiezione della luce di duè lampioni a gas, il Dodoli trarre dalla giacchetta un oggetto luccicante, come un arme, avvolgerlo in una bianca pezzuola, nasconderlo nella tasca sinistra dei pantaloni, e con la mano destra abbassarsi sugli occhi il cappello a cencio, coś detto pioppino; ode allora nuovamente il Fraschi dire all' altro — ora ti siei macchiato il cappello ! — e rispondere il Dodoli — me lo vado a cambiare —. Ripresa la strada, ed entrati in via del Cupido, si separano, dicendo il Dodoli al Fraschi — tu vai di costà, ed io di qua —, ed infatti quest'ultimo si dirige verso Porta murata, ed il primo, seguitando via del Cupido, entra in via S. Francesco. Il testimone, che era tornato a tener dietro ad essi, ed avea del pari udito le parole di commiato tra loro scambiatesi, abbandona il Fraschi e seguita il Dodoli, lo vede prima nascondersi entro un portone liei momento che passano due carabinieri, poi entrare in via della Tazza e camminar celermente, lo vede traversare a passo lento via Vittorio Emanuele, riprendere quindi il solito andare concitato in via del Fiore, e, riuscendo in via del Giardino, lo vede finalmente entrare nella Trattoria della Fortuna, sulla di cui porta erano il Ciucci e Fortunato Antonacci, il primo dei quali segú subito il Dodoli nell'interno, e l'altro allontanava il Pagliai che stava anch'esso per altra parte rientran-
   
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