Saggi popolari sulle teorie e di Gerolamo Boccardo
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— cfiè ai Francesi piace, o le rivoluzio ti persino in geologia) delle Rivoluzioni del c^;l>ò; e se es.>o ci apparirà non meno ardilo nella sostanza nè meno immaginoso nella forma che le mitiche teogonie e cosmogonie dell' antichissimo Oriente, il merito o la colpa non vorrà certo ascriversi al modesto espositore, ma sì agli illustri autori, dei quali egli avrà cercato di riferire fedelmente i concetti.
Nell'ordine interminato dei tempi fu un periodo durante il quale una massa ignea, vaporosa, incandescente circolava negli spazi senza confini, sotto l'etèrno impero della forza di gravitazione. Il rapidissimo moto rotatorio di quella massi imprimeva alle molecole ond'era composta una polente tendenza centrifuga, sotto l'azione della quale dai punti della superficie più lontani dal centro si staccavano ad ora ad ora anelli di fluida materia infocala., lanciati cosi nello spazio, come'avviene della spuma che il vento della tempesta rapisce a fiocchi alle creste dei cavalloni.
Quesiranelli di materia cosmica, separati dalla mole solare, avrebbero continuato in eterno, nel senso della tangente all'orbita dell'astro centrale, il loro viaggio nell'infinito, se la forza attrattiva del sole, facendo equilibrio alla impulsione con la quale se ne erano diparliti, non li avesse costretti ad assumere un moto circolare di traslazione attorno al sole medesimo.
Siccome però le regioni del firmamento nelle quali questo moto si effettuava, sono freddissime, e, giusta i calcoli dei fisici, non possono avere che una temperatura inferiore almeno a 140 gradi al di sotto del punto del ghiaccio fondente, cosi gli anelli rotanti, al contatto di quelle gelide plaghe, andavano mano mano spogliandosi del nativo calore e, per conseguenza, contraendo la loro massa in volumi gradatamente minori.
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