Saggi popolari sulle teorie e di Gerolamo Boccardo
(isaggi popolari.
effigiati nel Mercurio dai piedi alati, nella miseranda storia di Dedalo ed Icaro, fnegli Angeli delle asiatiche teogonie. Quattro secoli prima di Cristo, Archila di Taranto, amico e contemporaneo di Platone, lanciò nell'aria il primo cervo volante, e fabbricò di legno una colomba che volava. Il famoso Simon Mago, nell' anno 66 dell' èra volgare, fece in Roma pubblici esperimenti di volare ad una certa altezza; ma S. Pietro, genuflesso in preghiera mentre Simone volava, ottenne dalla carità divina che il rinnegato cadesse nel Foro e si spezzasse il cranio sulla pietra. La sorte medesima toccò nell'ippodromo di Costantinopoli, sotto l'imperatore Emanuele Comneno, ad un Saraceno che ripetè quella esperienza.
L'idea che si possano foggiare macchine capaci di far volare gli uomini, venne teoricamente sostenuta, nel tredicesimo secolo, da quel frate Ruggero Bacone, al quale la tradizione attribuisce, forse a torto, l'invenzione della polvere da sparo. Due secoli dopo, Giambattista Dante, matematico di Perugia, costruì ali artificiali, che gli permettevano di sollevarsi nell'aria al di sopra del lago Trasimeno; ma un giorno cadde sul letto della cattedrale, e si ruppe una coscia. Un frate inglese, Oliviero di Malme-sbury, volle anch'egli imitare Dedalo; ma precipitando al snolo, rimase storpio per tutta la vita, pentito solo (diceva) di non essersi munito di una coda, che avrebbe assicurato felice successo all'impresa !
Nel secolo XVII, dacché V invenzione del telescopio ed i progressi dell' astronomia avevano dischiuso alla mente umana la contemplazione dei campi interminati dello spazio, l'immaginazione, impadronendosi di un cosi fecondo teatro di fantastiche vicende, creò una folla di viaggi alla luna ed alle stelle, che servirono anche talora alla satira per stigmatizzare le debolezze e i vizi delle genti del nostro pianeta, poste a riscontro degli abitatori degliGooglt'
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