Saggi popolari sulle teorie e di Gerolamo Boccardo
la telegrafia.
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Come vedesi, P idea di un mezzo acconcio a comunicare rapidamente il pensiero a grandi distanze, è molto antica; e quasi quasi potremmo dire con Boileau: de grdce passons au Déluge ì Ma l'imperfezione delle scienze fisiche non ha permesso, fino allo scorcio del passato secolo, di attuare una tale idea se non assai incompletamente.
Fra i tentativi più o meno infelici che a siffatto scopo furono fatti, citeremo : quello del francese Guglielmo Amon-tons, vivente sotto il regno di Luigi XIV, il quale disponeva in una serie di stazioni altrettanti uomini muniti di cannocchiali, incaricati di trasmettere al posto successivo certi convenuti segnali che con l'aiuto delle lenti avevano veduto farsi dal posto precedente, e così via di seguito; — quello del frate benedettino Gauthey, che nel 1782, propose di stabilire, tra varie località, lunghi tubi metallici, attraverso ai quali propagavasi la voce, senza perdita sensibile d'intensità: —quello (fra tutti originalissimo) del tedescoBergstrasser, che, nel 1787, scaglionò su vasta tratta di terreno un reggimento di soldati prussiani, affinchè, formando cosi una specie di telegrafo vivente, si comunicassero, mercè di vari combinati gesti, le notizie.
Ma nel 1793 prevalse su tutti gli altri sistemi telegrafici quello dell'ab. Claudio Chappe, di Rouen, che consisteva nel disporre, sopra una linea di montagne o di colline, altrettante torri, munite di lunghe aste o ali di legno, somiglianti a quelle di un molino a vento, mobili attorno ad un asse centrale, e le quali, mediante le diverse posizioni che il guardiano faceva loro assumere e i differenti angoli che facevamo con un asta fissa verticale, potevano dare 196 distinti segnali. Fu questo il Telegrafo aereo o francese, la cui prima linea (da Parigi a Lilla ) venne inaugurata con l'annunzio d'una vittoria delle armi repubblicane sui Tedeschi, scacciati dalla città
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