Saggi popolari sulle teorie e di Gerolamo Boccardo
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Se non che, per applicare l'elettricità fornita dalla pila di Volta alla trasmissione dei segnali, occorreva trovare un mezzo di rendere,sensibile a distanza la presenza del fluido, provocando, da una stazione all'altra, un'azione meccanica, un movimento qualunque. Questo passo decisivo si fece con la scoperta dell' Elettro-magnetismo. Oersted, fisico danese, osservò, nel 1820, che una corrente voltaica circolante attorno ad un ago calamitato (ossia attorno a quel piccolo strumento che tutti conoscono e di cui è fatta la bussola nautica, scoperta, o meglio, perfezionata nel secolo XIV da Flavio Gioia di Amalfi), agisce a distanza su quest'ago e lo rimuove dalla sua posizione naturale di equilibrio. Se facciamo circolare attorno ad un ago calamitato una corrente elettrica, vediamo tosto l'ago deviare istantaneamente dalla ordinaria sua direzione verso la tramontana. Era evidente che questa scoperta permetteva di applicare l'elettricità alla telegrafia; poiché bastava avere una pila alla stazione di partenza, posta in comunicazione con fili ad un ago calamitato nella stazione d'arrivo, per provocare su quest'ago movimenti tali da formare un linguaggio convenzionale.
Il primo telegrafo fu stabilito su questo principio dal fisico Alexander in Scozia nel 1837, mediante trenta fili di rame che venivano a circolare, nella stazione estrema, attorno a trenta aghi magnetici. Battendo, nella stazione di partenza uno dei tasti di una specie di piano-forte comunicante con la pila, la corrente stabilivasi nel filo che vi era attaccato, e l'ago corrispondente deviavasi immedia tornente, spostando col suo movimento uno spor-telletto, il quale scopriva la lettera dell' alfabeto che volevasi indicare. Era dato cosi mostrare a distanza ad una persona, collocata davanti all'apparecchio, le differenti lettere che componevano le parole di un dispaccio.
Un grave vizio presentava però ancora questo sistema:
C'
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