Saggi popolari sulle teorie e di Gerolamo Boccardo
o. bonelli.
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— Suppongasi un filo telegrafico terminato, a ciascuna delle due stazioni, da una punta di platino. Sotto la punta che rappresenta il polo positivo della pila, facciamo scorrere un nastro di carta, imbevuto di una soluzione di azotato di manganese, ed applicato sopra un regolo di ferro argentato comunicante col suolo, nell'atto che sotto l'altra punta che corrisponde al polo negativo della pila, si svolge un dispaccio preventivamente composto in caratteri tipo-grafici, egualmente anch'esso in comunicazione col suolo. Fino a tanto che questa punta incontra il rilievo di un carattere di stampa, la corrente passa, ed alla stazione di arrivo, il nitrato di manganese, ridotto dalla corrente, forma sulla carta una macchia di bruno colore. Quando la punta che funziona nella stazione di partenza, trovasi nella parte cava del carattere tipografico, la corrente è interrotta, e la porzione di carta che svolgesi sotto l'altra punta nella stazione di arrivo, rimane bianca.
Se non che, invece di una sola punta che credeva non basterebbe a riprodurre la forma dei caratteri, Bonelli pose in ogni stazione tre punte, isolate l'una dall'altra, in comunicazione con tre fili conduttori d'una pila voltaica, e formanti insieme una specie di pettine, i cui denti pongosi perpendicolarmente sul centro della linea dei caratteri. Quando il pettine è cosi disposto nella stazione di arrivo, quelli fra i suoi denti che incontrano il rilievo dei caratteri da stampa, determinano, alla stazione di arrivo, altrettante piccole macchie brune, mentre che invece lo spazio che corrisponde alla parte cava della lettera rimane bianco, perchè nella stazione di partenza i denti che saranno sopra alla parte vuota sono fuori di comunicazioni col metallo dei tipi.
Or ecco com'è disposto il meccanismo: un carrettino portato su quattro piccole ruote metalliche, le quali corrono in due scanalature che si trovano sul piano del' macchina, può muoversi dall'avanti all'indietro.
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Bonelli
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