Saggi popolari sulle teorie e di Gerolamo Boccardo
i qiluv1 periodici.
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inverno) è di 186 giorni. Da ciò emerge che l'autunno e Pinverno riuniti sono di 7 giorni più lunghi nell'emisfero australe, delle due eguali stagioni nel nostro emisfero.
La prima idea che si presenta considerando questi numeri, è che la quantità di calore solare raccolta e (ci si permetta la parola) immagazzinata dalle plaghe boreali sia maggiore di quella ricevuta e raccolta dalle ragioni australi. Sembra naturale infatti, che quello fra i due emisferi che ha più lunga l'estate, debba per questa cagione ricevere maggior quantità di calore solare.
Il fatto però non è punto cosi. — Il numero di raggi calorifici mandati dal sole sovra un punto qualunque del sistema planetario, epperciò sovra una regione terrestre, è (come la luce, come l'attrazione) in ragione inversa del quadrato della distanza ; quando la terra è più lontana dal sole, essa ne riceve meno calore e reciprocamente. Ora abbiamo già detto che la terra è in perielio (cioè vicino al sole) quando il nostro emisfero ha l'inverno, ed è in afelio (cioè nel punto più lontano dall'astro radiante) quando noi abbiamo l'estate; ed il contrario avviene nell'emisfero australe. D'onde siegue che all'epoca che corrisponde alla primavera ed alla state del nostro emisfero, la terra è più lontana dal sole che durante la primavera e la state dell'emisfero australe. Da ciò risulta che duranti le due stagioni che corrispondono alla primavera ed all'estate del nostro emisfero, la terra riceve meno calore ogni giorno, essendo più remoto il focolare che lo emette ; nell'atto che duranti le due stagioni più brevi corrispondenti alla primavera ed alla state dell'emisfero australe la terra essendo più prossima al sole, ne riceve maggior copia di calore.
Questo stato di cose dura per tutto il periodo di secoli che ognuno dei due emisferi impiega per ritornare al punto
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Pinverno
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