LIBRO T. 7
anche peggiori, se pur quivi la sollecita cura delle popolazioni, che frequentano quelle vaste pianure, non frenasse l'impeto del fiume: ma basti considerare la parte a noi più vicina.
L'Adda, il Ticino, l'Olona, il Lambro, il Sé-veso, a tacere di altre acque minori che qua e là scaturiscono in abbondanza sul nostro terreno, impaluderebbero sì fattamente, che durante l'incuria di qualche secolo verrebbe l'ampia pianura di Milano, che attraversano , a prendere l'apparenza di un lago, non lasciando emergere che qualche striscia rilevata di terra, la quale non fosse posseduta dalle onde. I laghetti di Alse'rio, Pusiano e Annone, scarsi avanzi, come stimasi, delTEupili menzionato da Plinio; quelli di Mon-tórfano, i laghetti di Varese, e l'altro, che secondo la tradizione esisteva a Rovaguate in Brian-za ; le lande di Sirone, il mare Gerundio nei dintorni di Cassano, dove oggidì sono terre coltivate, e l'isola di Fulcheria in su quel di Crema, ma ora scomparsa, ci mostrano in realtà quale il piano, che si stende tra le Alpi, l'Adda, il Ticino e il Po, dovette essere negli antichissimi tempi. Il mare Gerundio e 1' isola di Fulcheria sono anzi dagli scrittori dei secoli bassi ricordate come esistenti alla loro età• e tuttavia intorno ai colli di s. Colombano disotterransi molte reliquie di navi e attrezzi marinareschi. Le cronache del 1199 ricordano che si poteva viaggiare in barca dal confine dei Milanesi a Lodi, e da Lodi a Cremona. Salendo alle età lontanissime si presenta necessariamente la pianura insubrica, non per anco aiutata dalle braccia di abitatore veruno , simile a palude, o meglio, a lago più o meno profondo, da cui a guisa d'isolette inverso la parte setten-