li imo i. ii
   e lo dicono Plutarco nei Paralleli e Servio iicIh* Note it Virgilio,sialo uno dei più solenni corruttori della storia d Italia, che riempiseli favole. Altri scrittori greci dello stesso vizio sono incolpati. Mi vergogno, dice Plinio nel terzo delle Storie, di ricorrere alla loro testimonianza per 1* intelligenza delle cose d'Italia.
   La più antica storia è ingombrata da tenebre profonde. Mancano le note cronologiche, non dico esatte, almeno veri si trilli ; regna confusione non solo di tempi, ma di luoghi e di nomi negli scritti degli autori latini, molto più in quelli dei greci; nn autore contradica all'altro, talvolta a se stesso; le notizie geografiche non sempre sono precise ; e il vero è commisto al favoloso. I tanti e strani nomi di popolo, o meglio di piccole tribù , ristrette in una vallata , o in più breve spazio di paese, e che? tranne il nudo nome, non lasciarono di se altra memoria, accrescono l'oscurità. E dei lontanissimi fatti storici come dei corpi luminosi nel firmamento. Noi per l'immensa distanza, che impedisce all'occhio di rilevarne i loro intervalli rispettivi per entro la profondità dei cieli, li riputiamo tutti collocati su lo stesso piano, quasi chiodi in concavo asse, della cui circonferenza noi occupiamo il centro. E una illusione d'ottica, che la sola scienza discopre e rettifica, distinguendo le differenze, i giri e le distanze. Tocca a noi imitare gli astronomi con mezzi, se non di uguale certezza, almeno probabili., separare il vero dal falso, e assegnare ad ogni popolo la sua età nella serie dei secoli, e la sua provenienza. La pianura che al mezzodì di Como si allarga fino al Po, fu palude e lago negli antichissimi tempi; e appena potrà la storia mostrarci qualche popolo