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Storia antica di Como

Maurizio Monti
Tipografia de' Classici Italiani, 1860, pagine 259

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   LIBRO I. i j
   copiose, tra Bretoni, Irlandesi e Caledonii, massimamente tra montanari del paese di Galles, i quali, avendo pił a lungo potuto difendere la propria iu-dependenza contro i varii conquistatori d'Inghilterra, mantennero anche pił puro il primitivo linguaggio. Il caledonio e l'irlandese pił degli altri dialetti celtici si accostano al dialetto comense. Non solo nella pronunzia vi spicca il suono celtico, e vi ha somiglianza tra loro nelle parole, che sono le pił principali nella composizione di una lingua , ma vi somigliano fino gli articoli, i pronomi, le cou-jugazioni, gli avverbii. Da trenta e pił secoli dura tra noi inalterabile la medesima lingua (5). I nomi proprii delle nostre terre, dei monti e dei fiumi, eccetto rare eccezioni, sono quei nomi stessi che furono imposti dagli antichi Celti. Nel loro significato si scopre la ragione della parola, dimostrandosi vera l'osservazione di Vico, che le prime lingue non si espressero arbitrariamente, ma appropriarono le voci alla pittura delle cose. Celtici sono pure i nomi di alcune terre della Rezia a noi confinante.
   I Filologi non si contentarono di queste investigazioni. Istituito il confronto del celtico con altri idiomi antichi, si arrivņ a conoscere che il celtico tiene le radici nel sanscrito, lingua sacra degl'Indiani, e da oltre due mila anni spenta nell' uso dei popoli. E il sanscrito madre-lingua di quasi tutti i dialetti che si parlano dal golfo persico fino ai mari della China, e ora si studia dai Bramini e dagli altri dotti d'Oriente, come da noi il latino e il greco. Giovanni Werdin , pił noto col nome di padre Paolino da s. Bartolomeo, fu dei primi a fare degli studii profondi sul sanscrito. Pieno di alta maraviglia per le molte voci,
   Monti, b(ur. aut. di Caino. 2