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Storia antica di Como

Maurizio Monti
Tipografia de' Classici Italiani, 1860, pagine 259

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   lfc> STORIA ANTICA DI COMO
   città cancrina; e questa appellazione si riscontra per la prima volta nel vecchio inno, che in onore di s. Eutichio, vescovo di Como, fu composto verso l'anno 539 dell'era volgare, e nel quale con poetico metro si canta che il sinistro braccio della città cancrina diede i natali al Santo:
   Urbis caticrinae brachium
   Laevum hunc Sancturn protulit.
   Il braccio sinistro è Borgovico. L'altro a destra è il sobborgo di sant'Agostino, anticamente Colo-niola, e che le colonie ricorda dedotte tra noi dai Romani. Il lungo sobborgo di san Bartolomeo si edificò quando la città distrutta dai Milanesi risorse dalle sue ruine per opera di Federico Bar-barossa. Fornita col nuovo sobborgo quasi di coda, non più di un granchio, ma di un gambero rappresentò la figura. Il Borgovico da immemorabile tempo portò il nome di Vico, e solamente sul finire del medio evo per ornamento non raro di tautologia gli fu apposta la voce di Borgo, quasi il borgo per eccellenza. Vico è voce celtica. In corno vaglia TVicca, nome proprio di paese ancora esistente, si spiega piccolo villaggio.
   Sotto Luitprando, re longobardo, si cangiò Como in Cuma ; Comense in Cumano, Cuinense e Cumacino. L'Itinerario di Antonino dal nome della città chiamò lago Comacino o Comaceno il Lario. I notai, tenaci delle loro forinole, usarono fino quasi ai nostri tempi le voci di Cuma e- di Cumani. Finalmente per le molte torri che nei secoli bassi munivano la città, o per la guerra lo spazio di dieci anni contro i Milanesi durata, Como si denominò novella Troja. Il vero nome e ve-! tusto prevalse, quando la barbarie alla nuova civiltà diede luogo.