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Storia antica di Como

Maurizio Monti
Tipografia de' Classici Italiani, 1860, pagine 259

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a cura di Federico Adamoli

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   2^2 MOTE
   Epigrafe a cartello. Due genii la sostengono. Nel museo Giovio, e in marmo. Q. Spurio Senliano pigliò il cognome dalla madre, che era della slessa famiglia. Fa riscontro ali1 altra di P. Plinio Pliniano (n. 136). Un marino presso gli Archinti in Milano ricorda C. Spurio Negro della tribù ofenlina (Muratori 1498. iG).
   Aldini 193. 1G0.
   177.
   SVRIONIS VICARI TROPHDII . MOACT
   Umetta,marmorea del museo Giovio. Aldini ha Ietto Trophi-mimcac. È però evidente il punto dopo Trophimi; e il suo primo C si conosce un 0 alterato dal tempo.
   Surione e Trolìino sono nomi grecanici. Il primo vuol dire suonatore di zampogna; aio o bailo l'altro. Moact è il nome barbarico, che portò Trofimo, innanzi di averne dal suo uffizio un altro più nobile. Qui ambedue i nomi sono ritenuti. La stravaganza del nome Moact non è nuova nelle lapidi. Nel Museo veronese (p. 426. 7) vi ha m. alphivs. tepar ; clavdia maa presso Fabretti (Inscrìpt. cloni. — X, n. 612); e così altri esempi. Chi fungeva il mestiere di servo sotto altri servi di condizione maggiore, si denominava Vicario, o servo di servo. Era, come dice il greco, ó toù oixstou ouizns. Marziale ne tocca in quel verso:
   Esse scit esse servimi, jam nolo vicarius esse.
   Ecco la traduzione:
   Agli Dei Mani Di Surione Vicario Di Trofimo Moact
   Negli scavi di Ostia l'anno 1837 si disollerrò questa epigrafe, forse cristiana, come s'inferisce dalla chiusa:
   basilides vi cariy3 sabi m disp uic dormir
   Aldini 195. 161.