STORIA DELLA CHIMICA
Possedettero gii antichi un qualche gruppo di cognizioni che meritasse il nome di chimica?
Verrebbe dato di crederlo, se consideriamo la valentia con la quale anche appo gli antichi certe arti, per esempio la ceramica, la tintoria, la metallurgia, l'arte vetraria, erano esercitate. Però, per quello che la storia ci narra, queste arti si esercitavano in modo del tutto empirico e senza fondamento di scienza. Gli stessi nomi usati dagli antichi per designare tante sostanze e la confusione che facevano di sostanze diverse, ci dicono ch'essi non andavano più in là dei caratteri fisici, e che ne avevano una conoscenza molto superficiale.
Mancava loro il concetto della composizione chimica. La distinzione dei quattro elementi fatta da Aristotele te che non gli appartiene perchè i filosofi dell'India l'avevano fatta prima di lui) cioè l'aria, la terra, l'acqua e il fuoco, adombra piuttosto gli stati fisici della materia che la composizione chimica dei diversi corpi.
Ma le scienze hanno anch'esse la loro infanzia e l'infanzia della chimica fu rappresentata da\V alchimia del medio evo. Se si dice che la chimica dei tempi di Geher e di Raimondo Lullo non meritava il nome di scienza, si dice bene ; come non si erra dicendo che Cesare in fasce non era ancora Cesare. Ma si errerebbe grandemente se si negasse che la scienza attuale viene direttamente e per naturale e graduale evoluzione delle idee dell'alchimia, e che è il medesimo individuo fattosi grande. Nell'oscuro e remoto laboratorio, davanti al suo fornello, con la meschina suppellettile de'suoi strumenti primitivi, anche il povero alchimista di buona fede, logorato dal lungo e costante tra-I vaglio, trovava degli utili veri, e per la via dell'errore, in-