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Storia della Chimica


Sonzogno Milano, pagine 64

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   STORIA DELLA CHIMICA
   conscio, spianava la via alla verità. L'alchimia non ci dette la pietra filosofale, nè Velixir vita la jatrochimica ; non fu possibile cambiare in argento il mercurio, detto appunto argento vivo, nè il rame in oro; ma e l'una e l'altra dettero alla chimica un numero considerevole di composti, i più importanti acidi, gli alcali, molti sali e metalli, di cui si avvantaggiarono le arti e le industrie. La jatrochimica ebbe poi una speoiale importanza per le sue indagini, spesso incongrue, ma talvolta fruttifere, riferentisi alla medicina.
   Giovando sempre in ogni studio la partizione, mi pare che anche la storia della chimica debba dividersi in diversi periodi. Se vogliamo dar posto all'alchimia nella storia della chimica, abbiamo un primo periodo da Geber (640) a Basilio Valentino ed a Paracelso (1493); il periodo della jatrochimica da Paracelso a Boyle (dal 1493 al 1627); e questi due primi periodi possono dirsi quelli delle aberrazioni. Da Boyle a Lavoisier (1627-1780) si ha un terzo periodo, nel quale la chimica assume carattere di vera scienza : è coltivata da uomini già profondi nella fisica, ed accumula il materiale per la grande riforma compiuta da Lavoisier. Una divisione diventa più diffìcile a farsi per il tempo posteriore a Lavoisier. Di fatto, da lui in poi, è stato per la chimica un succedersi di teorie, un incessante lavorìo, nel quale riesce difficile lo scorgere una sosta. Tuttavia si può dire che un nuovo periodo sia incominciato dopo le prime scoperte della radioattività, che, assieme, alle teorie sui ioni e le elettrolisi, hanno dato un valore molto più relativo alla teoria atomica.
   Prima di Lavoisier.
   È stato disputato molto sul merito che spetta veramente a Lavoisier nella riforma della chimica. Per giudicare con imparzialità quanta parte di merito veramente gli spetti, bisogna riandare un po' la storia di tempo innanzi alla sua comparsa. E per non risalire troppo lontano, cominceremo dalla dottrina del flogisto.
   Era il flogisto, secondo Stahl, un principio sottile sparso nei metalli e in generale in tutti i corpi che noi diciamo ossidabili e in quelli combustibili, e che, sempre secondo Stahl. si stacca da essi quando vengono calcinati o scaldati. La dottrina stahliana stabiliva delle spiegazioni che erano in perfetta contraddizione col vero, che affermavano ap-