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STORIA DELLA CHIMICA
l'aria viziata: l'ossido nitrico, venendo a contatto dell'aria raccolta entro la campana sopra l'acqua, ne assorbiva l'ossigeno per formare acido nitrico. Indi la diminuzione del volume dell'aria doveva essere, ed egli verificò che era tanto minore, quanto maggiore era ii grado di corruzione clic l'aria aveva raggiunto. Bruciò allresì il carbone in ispu-zio chiuso, ed ebbe l'aria fìssa (CO.); la fece assorbire dall'acqua di calce, e osservò che il volume assorbito era i quattro quinti del volume dell'aria primitiva; e che l'aria rimanente era aria guasta (azoto).
Scaldò finalmente l'ossido di mercurio, raccolse il gas sviluppatosi, e Io chiamò aria dcflogisticala. Era l'ossigeno : Priestley meglio di altri lo isolò, gli dette un nome conforme alla dottrina del suo tempo, lo descrisse con maggior precisione che fino allora. Ma l'ossigeno era molto noto avanti di lui. L'aria deflogisticata era quella stessa che avevano conosciuto i chimici del secolo decimosesto e decimosettimo : lo spirito di Eck di Sulbach (ch'egli pure traeva (.'al cinabro artificiale, cioè dall'ossido mercurico) ; era lo spirito universale di Lefebvre, Varia vitale di Bovle, lo spirito intimale del Willisio, lo spirito nitroaereo di Mayow e di Lodovico Barbieri.
Priestley fece esplodere l'aria comune con quella che Cavendish chiamò aria infiammabile (idrogeno), ed osservò la produzione dell'acqua (1781); e ciò prima di Lavoisier. Raccogliendo i gas sotto il mercurio, mentre gli altri chimici solevano valersi del bagno idropneumatico, potè ottenere pel primo sotto forma gassosa l'acido cloridrico, l'acido solforoso (acido vetriolico flogisticato), l'ammoniaca (aria alcalina).
Nel 1785 fece scoccare a lungo delle scintille a traverso l'aria alcalina e osservò ch'essa subisce un notevole aumento di volume e che non è più assorbita dall'acqua (perchè si scomponeva). In seguito, ottenne un gas infiammabile d'ossido di carbonio) scaldando la pietra da calce entro una canna di ferro; ma lo confuse con l'aria infiammabile (l'idrogeno).
E basti questo novero delle scoperte di Priestley che pure non finirebbe qui. La chimica pneumatica specialmente gli deve un tesoro di cognizioni e di scoperte. Ma Priestley non fu paziente nè ordinato sperimentatore : non dette prova di abilità nelle determinazinoi quantitative ; non risolse alcuno del problemi chimici fondamentali ; rimase accanito sostenitore del flogisto, rifiutando di arrendersi alla palpa-