IL RISORGIMENTO
(secoli XV e XVI)
CAPITOLO PRIMO
INTRODUZIONE.
CONDIZIONI DEL PENSIERO ITALIANO ALLA MORTE DEL BOCCACCIO
(1375-1400).
Giovanni Boccaccio moriva nel dicembre del 1375. Negli anni che corrono dalla morte del Certaldese all'aprirsi del secolo XV una immensa mutazione di fatti e di idee si compie in Italia, e la Letteratura italiana ci apparisce dominata da tendenze nuove.
Prima dunque di farci a narrare le vicende a cui essa andò soggetta nel Risorgimento, ci è parso di dover studiare le condizioni e determinare la direzione del pensiero italiano sull'uscire dal secolo XIV.
§ 1. — Cangiamenti nelle condizioni religiose.
L'anno in cui moriva il Boccaccio era il settantesimo da che la Corte pontificia aveva trasferito la propria sede da Roma in Avignone. Intanto nello sviluppo religioso dell' epoca si manifestava uno spirito essenzialmente avverso all' onnipotenza della chiesa.
Fra l'autorità ecclesiastica e la politica si combattevano ormai le ultime battaglie di una lotta già sostenuta da Gregorio VII ed Enrico IV, da Alessandro III e Federigo I, da Innocenzo III e Federigo II.
A dir vero sul principio del secolo XIV noi troviamo Bonifacio VIII ancora circondato dal prestigio di una grande autorità. Due re gli tengono la briglia del cavallo nel solenne suo ingresso in S. Gio. Laterano, e lo servono a mensa con la corona in capo. L'anno del Giubileo, nella pompa magnifica degli abiti pontificali, fattisi recare innanzi lo scettro e la spada, al cospetto di due milioni d'uomini convenuti in Roma da ogni parte del mondo, egli si proclamò signore unico del cielo e della terra.
Ma che questa sua autorità fosse allora più apparente che reale, lo si vide poco appresso nelle lotte ch'egli ebbe a sostenere, con Filippo il Bello di Francia.
Invernizzi. — Il Risorgimento. 1