2 il risorgimento.
Appoggiato da tutti i poteri del suo popolo, Filippo oppose una decisiva resistenza alle pretese papali; le scomuniche rimasero senza effetto; Bonifacio stesso finì oltraggiato in Anagni, e il suo successore fu costretto a ribenedire -il re e ad annullare le bolle scagliategli contro.
La sedia pontificia fu indi a poco trasferita in Avignone, e la dipendenza dalla Francia in cui vissero i papi da Clemente Y a Gregorio XI avvilì del tutto la loro autorità politica e morale.
Non è però ch'essi avessero rinunciato alle loro antiche pretese di supremazia universale. Clemente Y affermava ancora la sua prerogativa di approvare l'elezione imperiale e di ricevere dal principe eletto il giuramento di fedeltà e di ubbidienza ; una bolla di Giovanni XXII attribuiva alla S. Sede il diritto d'amministrare l'Impero durante la sua vacanza e quella d'intervenire come giudice nel caso che la scelta degli elettori rimanesse dubbia.
Ma contro queste pretese si elevava l'opposizione di tutti gli stati d'Europa.
Dopo il conflitto dell'imperatore Luigi di Baviera con quattro pontefici, i principi elettori della Germania, riuniti nella Dieta di Francoforte, formalmente negarono ai Papi il diritto di confermare l'elezione imperiale, stabilendo come massima fondamentale, che la dignità dell'Impero dipende solo da Dio, e che l'eletto dalla maggioranza della Dieta, diventa immediatamente re ed imperatore senza bisogno dell'approvazione del Pontefice.
Nell'Inghilterra, dove i Pontefici avevano nel Medio Evo esercitato moltissima influenza, i Baroni, in una lettera diretta a Bonifacio Vili, gli negavano la supremazia ch'egli si arrogava sulle loro corone intervenendo nelle querele tra l'Inghilterra e la Scozia. Più tardi Odoardo III rifiutossi di pagare il tributo a cui si erano obbligati i suoi antecessori, ed il parlamento si unì al re promettendogli il suo appoggio (1).
Anche in Italia già da molto tempo si veniva operando un vasto e profondo movimento avverso alla giurisdizione suprema della chiesa sulla società laica.
Ci dilungheremmo troppo dallo scopo che ci siamo prefissi seguendone le fasi attraverso la storia di quasi due secoli e le agitazioni delle cento nostre repubbliche.
È però necessario rammentarne almeno ì risultati più generali.
Nell'epoca di cui teniamo discorso, l'autorità della Santa Sede era assai debole tra noi. Il partito guelfo, che aveva nel Medio Evo combattuto sotto la sua direzione, trascinato da nuove passioni, avente di mira interessi ben diversi da quelli del Papato, s' abbandonava interamente ai moti della faziosa sua politica locale. Furono anzi visti i Guelfi unirsi ai Ghibellini per combattere il Papa. Quando infatti il Cardinale Bertrando del Poggetto, legato del Pontefice, formò per la chiesa una signoria che minacciava estendersi su molta parte d'Italia, Firenze, centro del guelfismo, s'accordò in una lega coi ghibellini per rovesciare il nuovo dominio.
Negli ordinamenti interni delle repubbliche la potestà civile limitava od annullava tutti i privilegi anticamente goduti dal clero. In Firenze gli ecclesiastici vennero sottoposti alle gravezze ed ai tribunali comuni ; in Perugia furono vegliati da un uffiziale del comune e nessuna lettera si doveva mandare al Papa,, foss'anche del vescovo, se non era suggellata dal Comune stesso. A Pistoja chi entrava chierico perdeva il diritto al patrimonio, nò poteva ripetere cosa alcuna dai parenti, se non a titolo di largizione, o per infermità, o per andare a studio. I Genovesi esclusero i chierici da ogni impiego pubblico perchè l'immunità li avrebbe sottratti al castigo in caso di trasgressione. Yenezia nella guerra del 1379 contro Genova, decretò che si armassero tutti i monasteri, e scacciò i monaci che vi si ricusarono. In Padova si andò anche più in là. Volendo il Comune aggravare i beni degli ecclesiastici e questi opponendovisi, fu stabilito che chi ammazzasse un chierico pagasse un grosso e fosse assolto (2).
(1) H. Hallam. Vieto of Europe during the Midle ages. — L. Ranke. II?st. de la Papautd.
(2) C. Cantù. Stor. degl' Italiani.