CAPITOLO PRIMO. — CONDIZIONI DEL PENSIERO ITALIANO, ECC. 39
del prossimo Concilio generale. Dopo questa missione tornato a Costantinopoli, l'imperatore d'Oriente lo delegò rappresentaute della Chiesa greca al Concilio di Costanza. In questa città, e durante il Concilio stesso, Emanuele Crysolora morì il 15 aprile 1415 (1). Poggio Bracciolini, allora segretario apostolico, dettava per lui questo epitaffio, dal quale appare quanta stima e gratitudine gli professassero i contemporanea
« Hic est Emanuel situs, « Sermonis decus Attici: « Qui dum quaerere opem patriae « Affiictae studeret huc iit. « Res belle cecidit tuis « Votis, Italia; hic tibi « Linguae restituit decus « Atticae, ante reconditae. « Res belle cecidit tuis « Votis, Emanuel; solo « Consecutus in Italo « Aeternum decus es, tibi « Quale Graecia non dedit « Bello perdita Graecia (2).
Profondamente versato nella sua lingua nativa, dotto, eloquente, innamorato dell'Italia e della Grecia, nei vent'anni del suo insegnamento, il Crysolora, con assidua ed afiettuosa cura, diffuse per l'Italia la coltura greca. Giovanni Aurispa, Guarino Gnarini, Francesco Filelfo e la maggior parte degli eruditi ellenisti che illustrarono la prima metà del secolo quindicesimo, gli sono debitori della loro dottrina.
Quando scorriamo la storia della coltura italiana degli ultimi anni del trecento, vi riscontriamo questi due fatti principali: l'abbandono di tutto ciò che aveva costituito le tendenze ed i supremi intenti dell'intelligenza nel medio evo, ed una esclusiva predilezione per lo studio della lingua e della letteratura della classica antichità.
E infatti nei conventi si continuava bensì la disputa fra Tomisti e Scotisti circa la natura dell'atto divino creativo, sostenendo i Domenicani le teorie di S. Tomaso ed i Francescani quelle di Giovanni Duns-Scott: ma all'infuori di questi ordini religiosi nessuno prendeva il minimo interesse a queste battaglie teologiche , come avveniva in altri paesi e specialmente in Francia. Fra i dotti italiani avevano trovato un' eco grandissimo le maledizioni che il Petrarca aveva scagliato contro la scolastica in nome del buon gusto e della bellezza degli antichi sistemi. Ond'è che pochissimi sono i teologi che allora sorsero in Italia, e minori ancora quelli che si-sai varono dall'oblio: gh storici fanno appena menzione d'un Bonaventura Perego di Padova, di Luigi Donato da Venezia e di Luigi Marsigli fiorentino a cui il Petrarca diresse alcune sue epistole da Venezia.
Nella politica già notammo (3) come si cancellasse dalla storia il Medio Evo
(1) Sul monumento erettogli nel monastero dei Domenicani in Costanza fu incisa la seguente iscrizione che credesi composta da Pietro Paolo Vergerio (il vecchio) suo discepolo : ~
« — Ante aram situs est D. Emanuel Crysoloras, eques Constantinopolitanus ex vetusto genere Romanorum, qui cum Constantino Imperatore migrarunt. Vir doctissimus, pruden-tissimus, optimus, qui tempore Gcneralis Condili diem obiit, ea existimationo ut ab omnibus summo sacerdotio dignus haberetur, die XV aprilis MCCCCX.V. » — (Dalla Vita di Poggio di G. Shepherd).
(2) Shepherd. Vita di Poggio Bracciolini, Cap. II.
(3, § 1.